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Il Rina replica: "Contro di noi richieste fantasiose"
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Il Codacons contro il Rina: l’associazione che tutela i consumatori chiederà domani, con un’istanza che sarà presentata al Ministero delle Infrastrutture, che tutte le navi coinvolte nell’inchiesta della Procura di Genova, che sta indagando su possibili irregolarità commesse dall’azienda di certificazione con 47 indagati, vengano sequestrate e controllate. Non solo, il Codacons chiederà di acquisire i registri con i nominativi di tutti i passeggeri che in questi anni si sono imbarcati sulle navi oggetto dell’inchiesta, per permettere loro di presentare una richiesta danni. Intanto tutti i passeggeri della Costa Concordia, naufragata all’Isola del Giglio, e della Norman Atlantic, così come i parenti delle vittime di entrambi i naufragi, possono costituirsi parte offesa dinanzi la Procura di Genova, utilizzando il modulo che sarà pubblicato domani sul sito del Codacons.


Le accuse del Codacons nascono da un’intercettazione telefonica, effettuata dai carabinieri di Grosseto, nella quale è contenuta una conversazione tra Cristina Porcelli, avvocato di Costa Crociere e Paolo Parodi, ispettore tecnico, Fleet Superintendent dell’unità di crisi della stessa compagnia. L’avvocato Porcelli chiede a Parodi una consulenza su una nave di prossima consegna segnalando a Parodi il problema a una ‘boccola’ che si surriscalda e rischia di prendere fuoco: “Possiamo ritirare la nave in queste condizioni?”, è la domanda dell’avvocato.

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Parodi risponde che in questi casi non esiste “o bianco o nero”
e che molto dipenderà dal tipo di prove a mare a cui la nave sarà sottoposta: “Se si fanno prove severe è un conto ma se si fanno blande è un altro discorso”, dice lui. Che aggiunge: “Il Rina fa tutto quello che vuole Fincantieri, secondo me si faranno delle prove finte poiché è nell’interesse di tutti”. L’avvocato Porcelli a questo punto lo interrompe e gli fa presente che non è un problema suo se qualcuno di Costa deciderà di sottoporre la nave a una prova finta e “che chi lo deciderà, se tra sei mesi la boccola si brucia, si assumerà le proprie responsabilità”.

La conversazione, in effetti, è agghiacciante: un ente certificatore terzo come il Rina è disponibile, magari per compiacere un cantiere che ha fretta di consegnare o un armatore che ha bisogno della nave, a falsare le prove di sicurezza? Chi si imbarca sulle navi può fidarsi dei controlli che sono stati fatti fino ad oggi? Quanto sono realmente severi questi controlli?

A questo proposito il Rina, attraverso una nota ufficiale, respinge ogni accusa: "L’iniziativa del Codacons è quantomeno temeraria dal punto di vista legale. L’intercettazione è del 2013, già ampiamente diffusa, e non vede coinvolto nessun dipendente Rina: probabilmente anche per questo non è mai stata utilizzata in sede giurisdizionale”. Il Rina precisa inoltre di non essere mai stata coinvolta nelle indagini su Concordia e Norman Atlantic e che le indagini della Procura su alcune presunte irregolarità in altri casi non sono ancora concluse. "Non è la prima volta - conclude il Rina - che il Codacons avanza richieste fantasiose nei nostri confronti”.

Il Codacons, per questo, chiederà che tutte le navi oggetto dell’inchiesta vengano fermate e controllate
: la palla passa, adesso, al ministero delle Infrastrutture e, parallelamente, alla Procura di Genova che sta continuando a indagare.