Nuova Diga, il viceministro Morelli si impegna a trovare i 200 milioni mancanti
Per il progetto del porto di Genova, il Governo intende farsi finanziare in parte dal Recovery Plan
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di r.p.
"Il progetto della nuova diga del porto di Genova non è un'operazione per Genova, né per l'Italia, è un'operazione per l'Europa. Genova è la porta delle merci dell'Europa, questo è il ragionamento con cui ci approcceremo a qualunque tavolo". Così il viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli in visita al Porto di Genova parla del possibile rischio che alcuni Paesi come l'Olanda possano obiettare sull'inserimento della nuova diga nel piano di investimenti che il Governo entro fine mese intende farsi finanziare in parte dall'Europa con il Recovery Plan. Il costo dei lavori per la prima parte dell'opera è stimato in 950 milioni: 500 sono inseriti nella bozza del Recovery preparata dal Governo, 250 sono a carico dell'Autorità portuale attraverso un indebitamento.
Mancano 200 milioni su cui il viceministro si impegna ribadendo la volontà del Governo di trovarli . "Altri Paesi europei non possono individuare la nuova diga di Genova come un sostanziale pericolo, lo segnaleremo in ogni tavolo. - sottolinea Morelli - Se stiamo realizzando delle grandi dorsali europee per il trasporto delle merci, queste devono arrivare e i porti sono decisivi". Il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini ribadisce che "non ci sono solo i soldi del Recovery, ciò che manca alla diga può essere trovato anche nel bilancio nazionale".
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