cronaca

Dall'assemblea di Fipe a Roma alla protesta ordinata in piazza della Vittoria
2 minuti e 43 secondi di lettura
I pubblici esercizi tornano in piazza per far sentire la propria voce, ancora di più dopo le ultime dichiarazioni del presidente del consiglio Mario Draghi. Si invoca la riapertura e per questo il 13 aprile è convocata un'assemblea straordinaria che vedrà gli imprenditori non solo a Roma, ma anche nelle altre città italiane tra cui Genova. L'appuntamento sarà in piazza della Vittoria. 

Titolari di bar e ristoranti, ovviamente, ma anche il mondo del catering e del banqueting, la ristorazione commerciale e collettiva, le discoteche, le imprese balneari e gli imprenditori del gioco legale e dell'intrattenimento. Tutti insieme chiederanno al governo un programma per la riapertura definitiva delle loro attività, alcune delle quali chiuse da 14 mesi, e una data certa per avviarlo. Nel frattempo sui social è partita una campagna #Vogliamounadata con le facce di tutti coloro che al momento non stanno lavorando a causa delle restrizioni. 

Se nella manifestazione di ottobre il disagio era stato espresso apparecchiando simbolicamente tavole vuote nelle piazze d’Italia, stavolta si è scelto di convocare direttamente in piazza l’Assemblea Straordinaria della Federazione. L’obiettivo è chiedere direttamente al governo, e alla politica in generale, un impegno preciso: una data della ripartenza e un piano per farlo in sicurezza. “Sarà una forma di protesta ordinata e costruttiva, coerente con lo stile di una Federazione che ha sempre cercato un confronto con le istituzioni, rifuggendo populismi, polemiche e strumentalizzazioni e che oggi vuole dare un altro segnale forte”, rivendica Fipe.


Manca un calendario: dalle ultime dichiarazioni del premier è emerso che l'andamento della campagna vaccinale andrà ad influire sulle riaperture nelle singole regioni. Solo chi ha messo in sicurezza gli ultrafragili e anziani potrà considerare di riaprire le attività anche prima del 30 aprile. "C'è la volontà del governo di vedere le prossime settimane come di riaperture non di chiusure". Ma non c'è una programmazione, nemmeno per la stagione turistica su cui Draghi ha detto: "Garavaglia dice a Giugno. Speriamo, magari anche prima chi lo sa".

Sul tema è intervenuto anche il governatore Giovanni Toti: "Dobbiamo dare il segnale che il ritorno alla normalità è vicino. Serve una data simbolo" e "penso che l'inizio di maggio sia il momento giusto". Sui vaccini, "se proprio dobbiamo cercare responsabilità, le Regioni le hanno meno di tutti", afferma, perché "le linee guida sono sempre state governative. Se erano troppo vaghe e non sono state individuate le priorità che intendeva il premier, forse andavano fatte meglio. Non hanno deciso le Regioni di testa loro di vaccinare categorie come gli insegnanti, il personale sanitario anche non in prima linea, quello universitario, i magistrati, le forze dell'ordine e così via". Toti ritiene che ora il generale Figliuolo "stia rimettendo un po' di ordine e penso che l'obiettivo che indica sia raggiungibile. Quindi se a maggio saremo riusciti a mettere in sicurezza tutti gli over 70, saremo quasi fuori dall'emergenza", con meno ingressi in terapia intensiva e meno morti "avremo una malattia che ancora potrà colpire, come altre, ma non paralizzerà più il Paese".