porti e logistica

Dallo smart working alle aziende sulla nave, la nuova frontiera di lavoro e turismo
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Immaginate la vostra giornata lavorativa dei sogni: al mattino un’oretta di palestra, pausa pranzo in famiglia all’aperto e poi a fine giornata un po’ di relax nella Spa o a cena con gli amici. Con 8 ore in ufficio, i figli a scuola o in Dad, le commissioni di tutti i giorni e la spesa al supermercato, sembra difficile trovare il tempo anche solo per una sola di queste cose. Ma se fosse tutto a portata di massimo quattro piani in ascensore? Con l’avvento dello smart working il mondo del lavoro in Italia è pronto ad una grande rivoluzione: l’87% degli italiani, secondo un sondaggio Cisco, vuole essere libero di scegliere se lavorare da casa o in ufficio. Il Covid-19 ci ha insegnato che per lavorare da remoto bastano una buona connessione internet, una scrivania e una presa di corrente: tutte cose che si possono trovare anche a bordo di una crociera o di un traghetto. Solo che lì la vita è più semplice che a casa in città: a portata di mano c’è tutto, dalle attività per i più piccoli all’intrattenimento alla sera. Senza contare la bellezza del viaggio: andare a dormire a Genova, svegliarsi in mezzo al Mar Mediterraneo e fare pausa pranzo a Porto Torres in Sardegna o a Napoli, con vista sul Vesuvio. Altro che lavoro ‘vista mare’, nel futuro il lavoro sarà sul mare, direttamente a bordo.

Tutto questo è già possibile, anche in piena pandemia, e c’è chi ha già sperimentato una vera e propria fuga dal lockdown cittadino
per salpare in un ‘sicuro’ ritorno alla normalità grazie ai protocolli messi in campo, con le iniziative di smart working sul mare. Ma guardando oltre al periodo difficile che stiamo attraversando, immaginate adesso che non siano soltanto i lavoratori a trasferirsi al largo, ma tutto l’ufficio. A mettersi in gioco per la prima volta è stata un’azienda di consulenza ed eventi che opera tra Milano e Catania, Paeda & Associati. “Il nostro motto è ‘persone prima, aziende poi’ e proprio per questo abbiamo offerto la possibilità ai nostri dipendenti di lavorare qualche settimana nella nostra sede galleggiante”, racconta l’amministratore Paola Brancati. “Fin da subito abbiamo visto crescere in loro l’entusiasmo, la voglia di fare e lo spirito di squadra. Non c’è più lo stress da tutto il giorno bloccati alla scrivania: ognuno è libero di autogestire il proprio tempo e concedersi qualche momento in più di relax poiché gli spostamenti e i tempi morti sono annullati e l’ufficio è al piano di sotto, a portata di mano, 24 ore su 24”. C’è chi si è fatto accompagnare dai figli, al mattino in Dad nello spazio allestito a pochi passi dall’ufficio e al pomeriggio nel parco avventura, chi invece si è goduto il tempo libero per fare a maglia, leggere un buon libro e dedicarsi ai propri hobby, chi ancora ha approfittato degli spettacoli e dell'intrattenimento alla sera, senza il coprifuoco. E poi il weekend con la famiglia, gli amici o i colleghi tra piscina e sedie a sdraio o le escursioni a terra.

Immaginate ora una nave come un business center dove diverse aziende potranno creare nuove sedi, fare networking, diventare itineranti in tutto in Mar Mediterraneo. Dalle feste aziendali alle riunioni, dai viaggi di lavoro ai benefit: tutto nella splendida cornice dei porti italiani e non solo. I viaggi aumentano motivazione e produttività, oltre a diventare una grande opportunità di scambi. Ma ancora convegni, creazione di nuove partnership e momenti di incontro con i clienti, in un clima molto più accogliente rispetto ad una sala riunioni in città. I crocieristi del futuro potrebbero essere avvocati, consulenti, impiegati di banca. Ma anche docenti con una classe di giovani in ‘vacanza studio’. Crociere e traghetti non saranno più solo luoghi di vacanza o mezzi di trasporto, ma delle vere e proprie città in miniatura, dove passare qualche giorno, qualche settimana o persino qualche mese all'anno. E con il lavoro, si rilancia anche il turismo, un turismo non più a seconda delle stagioni, ma che duri tutto l’anno e si adatti alle nuove necessità, come distanziamento, norme igieniche e voglia di stare il più possibile all'aria aperta.

Queste tre parole chiave rispecchiano appieno una vacanza a bordo o una ‘workation’
, neologismo inglese che nasce dalla crasi tra ‘work’ e ‘vacation’. Il settore crocieristico ha pagato un costo altissimo a inizio della pandemia, con una riduzione del 94% dei passeggeri nel corso del 2020: in Italia il dato registrato da Assoporti è di 700 mila passeggeri, rispetto ai 12 milioni del 2019. Non si è invece mai fermato il traffico dei traghetti, servizio necessario non solo per i passeggeri ma anche per il traffico merci. Anche qui il lockdown ha comunque fatto registrare un crollo del 46,7% di persone trasportate a bordo, ma l’estate ha segnato una significativa ripresa. Col progressivo ed auspicato ritorno alla normalità, a livello psicologico le persone preferiranno agli spazi chiusi come aerei –dove non c’è distanziamento tra i passeggeri– o ai treni le “autostrade del mare”, grazie ai rigidi protocolli sanitari applicati sulle crociere e agli ampi spazi esterni presenti anche sui traghetti. Senza contare che, con il processo in corso della transizione ecologica, nel giro di qualche anno si avranno flotte sempre più ecosostenibili, con un impatto più ridotto sull'ambiente. Anche per questo, si preferiranno vacanze sempre più ‘slow’ con la possibilità di sbrigare gli impegni da remoto.

Che sia un viaggio di lavoro, un lavoro ‘in viaggio’ o un semplice viaggio di piacere, la via del mare tornerà ad essere tra le più percorse ed apprezzate. E magari un giorno il lavoro dei sogni sarà quello di sempre, ma sull'acqua, senza dovercelo immaginare.