cronaca

Il mio saluto a Primocanale tra emozioni ed esperienze irripetibili
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Non so da dove iniziare. Forse perché sono uno che tende sempre a guardare avanti pur facendo tesoro delle esperienze fatte e 20 anni sono più di un'esperienza: sono una parte significativa della mia vita.

Dal 2001 ad oggi sono cresciuto con Primocanale e con tutti i colleghi con i quali ho avuto la possibilità di lavorare. Dal G8 di Genova del luglio 2001 fino alla ricostruzione del ponte Genova San Giorgio e all'anno della pandemia: tutto vissuto in maniera intensa, senza sosta, senza fermarsi mai.

Ho dato tanto e ricevuto tantissimo. Ero una voce della radio e sono diventato un volto televisivo, ero un giovane e sono diventato un uomo. E così mi vengono in mente 20 anni di storie a contatto con la gente.

La signora che ti chiama dal balcone mentre sei con l'acqua alle ginocchia e ti invita in casa a prendere qualcosa di caldo, un lavoratore che ha perso tutto e che ti telefona per ringraziarti per la vicinanza dimostrata, un ristoratore che ti offre con gioia un piatto di pesce dopo che il suo locale allagato ha rischiato di non riaprire mai. E poi gli sguardi di gioia per una promozione in serie A, ma anche gli insulti al mondo dopo una retrocessione in B.

E pensi anche ad alcuni momenti che ti hanno segnato. Le ultime parole strappate a Giulietto Chiesa durante il G8 in via Tolemaide prima della furiosa carica delle forze dell'ordine, la diretta con la maglietta, di ritorno da una partita di calcetto, per raccontare la caduta della Torre Piloti, lo sguardo gelido di un uomo che aveva appena tagliato la testa a suo zio. E ancora la cronaca in pantaloni corti sotto le macerie del ponte Morandi dopo aver interrotto le proprie vacanze, senza dimenticare la scena di un comico, che avevi sempre visto e apprezzato nelle tv nazionali, e che, incontrato per caso, ti riconosce lui per primo e ti ringrazia per il lavoro svolto come cronista. Sono flash di vita vissuta a raccontare la Liguria, flash che fanno ormai parte di me.

E allora il mio ringraziamento va alla proprietà, Maurizio Rossi editore sempre in prima linea, va a tutti i direttori che si sono susseguiti da Ilaria Cavo ad Andrea Scuderi, va agli amministrativi, ai collaboratori, va alla squadra tecnica che mi ha sempre permesso di andare in onda. E un pensiero vola su in cielo verso Enrico e Sergio che mi hanno insegnato la cultura dell'immagine e la capacità di 'inquadrare' il prossimo. Il mio ringraziamento va a tutti voi telespettatori che mi avete, ci avete, sempre seguito con affetto, con critica e con simpatia. Ricordo i ringraziamenti via mail, ricordo le tirate d'orecchie in diretta, ricordo anche i fotomontaggi spiritosi per le lunghe dirette no stop.

Ora si cambia e nella nuova esperienza professionale porterò tutto questo. Non mi piace parlare di addii perché chi fa questo mestiere lo fa per sempre.
Perciò vi saluto come ho sempre fatto alla fine di ogni mia trasmissione:

"Grazie dell'attenzione e buon proseguimento".