salute e medicina

Parla a Primocanale il dottor Pietrino Forfori, flebologo e chirurgo vascolare
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I casi di trombosi avvenuti in Italia dopo le inoculazioni del vaccino Astrazeneca preoccupano la popolazione e la classe medica: c'è correlazione tra questi eventi e il siero anticovid?

Al momento la scienza non ha fornito una risposta al quesito: dopo una breve sospensione disposta a livello europeo il vaccino Astrazeneca è tornato ad essere utlizzato nei paesi dell'Unione, cambiando nome e con un aggiornamento del suo bugiardino. Le trombosi sono state inserite come possibili, anche se rari, eventi avversi. 

"Questi episodi si sono registrati quasi esclusivamente in pazienti giovani, non soggetti a rischio trombotico - spiega a Primocanale il dottor Pietrino Forfori, flebologo e chirurgo vascolare - le trombosi avvengono per un disordine della coagulazione che avviene in ogni punto e non sono associate alla presenza di varici che coinvolgerebbero una porzione ben più vasta della popolazione. I meccanismi biologici che governano l'immunità hanno molte parti in comune con i processi che regolano l'infiammazione e la coagulazione: stiamo camminando su un terreno minato, probabilmente si instuarano dei processi che avviano dei fenomeni che portano alla formazione del trombo nei siti più disparati".

"Non ci sono particolari consigli che si possano dare in vista dell'appunamento con il vaccino - prosegue Forfori - perché non sembra che i soggetti che sono stati interessati dalle trombosi avessero un qualche quadro pregresso di disordine coagulativo, quindi anche i test che si fanno prima di prescrivere la pillola contraccettiva, per esempio, non sembrano particolarmente appropriati".

Dunque cosa fare, sospendere Astrazeneca? "Questi episodi si sono registrati solo con un determinato vaccino quindi indipendentemente dalle risultanze scientifiche è indubbio che la percezione sia di generale diffidenza. E' difficile spiegare ai familiari dei pazienti colpiti da trombosi che i casi sono limitati: i loro cari si sono presi il 100% del rischio e questo non possiamo non tenerlo in considerazione. La mia opinione su questo argomento è una sola: escludere dalla somministrazione il vaccino che spaventa la gente e spingere il piano vaccinale con gli altri sieri. Soprattutto quelli monodose che sono estremamente vantaggiosi visti i tempi stretti che abbiamo per immunizzare la maggior parte dei nostri connazionali". 

Il problema è però l'approvviggionamento: "E' un problema frutto di scelte errate- conclude il dottor Pietrino Forfori - è assurdo avere firmato dei contratti senza penali con aziende che ora sono libere di non rispettare le consegne. Io cercherei di sfruttare questo momento per rimpiazzare Astrazeneca con altri vaccini".