cronaca

Operazione della guardia di Finanza di Imperia
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Sette persone sono state indagate dalla Procura di Imperia in una vasta indagine condotta dalla guardia di finanza che ha permesso di smascherare una presunta combine organizzata con l'obiettivo di vendere immobili oggetto di pignoramento da parte del Tribunale di Imperia prima dell'asta giudiziaria. In alcuni episodi, secondo l'accusa, era già stato emesso avviso di asta.

Nei guai sono finiti due consulenti immobiliari abusivi, ora agli arresti domiciliari, tre avvocati (per uno dei quali è stato disposto il divieto di esercitare l'attività professionale per un anno); l'impiegato di uno studio notarile e una collaboratrice dei due consulenti. Le accuse sono, a vario titolo, turbativa d'asta, rivelazione di segreto d'ufficio, esercizio abusivo attività professionale, contraffazione delle pubbliche autenticazioni e furto aggravato di documentazione.

Una ventina i tentativi di vendita di immobili - tra cui le ex Terme di Pigna - due dei quali sono al centro dell'inchiesta coordinata dal procuratore di Imperia, Alberto Lari, con il sostituto Antonella Politi. "Ho risposto alle domande del gip Paolo Luppi - ha detto uno degli avvocati indagati -: ho ritenuto di chiarire la mia posizione ed è stata presentata istanza di revoca del provvedimento cautelare. Ho sempre agito nell'interesse della procedura ed ho valutato di volta in volta la documentazione che potevo diffondere". 

Secondo l'accusa, una volta saputo che un immobile era destinato all'asta, l'avvocato informava l'agenzia immobiliare che, acquisite foto e dati catastali, lo metteva in vendita su un portale. Se l'immobile valeva 100, veniva venduto a 60, sapendo che all'asta avrebbe fruttato 50 e, nel caso di incanti andati deserti, anche meno. Una volta acquisito il cliente, a chi contattava l'agenzia in seguito veniva comunicato che l'immobile era stato venduto. Le indagini hanno preso le mosse dalla querela di un soggetto esecutato, accortosi che la sua casa, già oggetto di procedura esecutiva da parte del tribunale di Imperia, era in vendita sul sito internet di un'agenzia immobiliare della provincia senza che fosse stata incaricata della vendita.

E' poi emerso che i due consulenti, nonostante non avessero mai ottenuto la relativa abilitazione professionale, gestivano la propria attività commerciale facendola apparire come una vera e propria agenzia immobiliare, dotata di uffici con proprie insegne nonché di un sito internet, dove venivano millantati partenariati con la Regione Liguria, il Tribunale di Imperia e piattaforme digitali operanti nel settore. Sfruttando la visibilità di un noto portale internet di compravendite immobiliari, estraneo alla vicenda, gli indagati pubblicavano annunci e fotografie di immobili in realtà pignorati e posti all'asta dal tribunale di Imperia indicandone un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato.