salute e medicina

Quelli che rischiano di finire per ultimi, viste queste premesse confuse, sono i poveretti che hanno tra i 65 e i 79 anni
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Di una sola cosa sono abbastanza sicuro: che madame Von der Leyen ha fatto flop. Un perfetto e colossale disastro europeo. Non è colpa di Giuseppe Conte ex premier italiano e tanto meno del nuovissimo Mario Draghi. Il risultato, dopo un corale strombazzamento di ottimismo sui vaccini fulminei che ci avrebbero dovuto ridurre a gregge di pecore sane entro l’estate, è che non sappiamo nemmeno se gli over 80 riusciranno a essere immunizzati per le vacanze. In Liguria, ogni giorno spunta una nuova categoria con precedenza di fiala.

Dopo il semi forfait di Pfizer arriva quello di Astrazeneca il vaccino per chi non ha superato i 65 anni. E chissà che sorprese ancora ci aspettano, colpi bassi che fuoriescono sera dopo sera, dal contratto-bidone della squadra europea.

Dunque restiamo in Liguria. Ora leggo che gli ultraottantenni forse riusciranno a essere vaccinati entro maggio. Cioè fra tre mesi. Intanto con Astrazeneca dovrebbero vaccinare alcune categorie. I poliziotti, forse anche gli insegnanti, forse i detenuti, i frontalieri, chi parla francese, chi canta a Sanremo e magari chissà chi altro. Quelli che rischiano di finire per ultimi, viste queste premesse confuse, sono i poveretti che hanno tra i 65 e i 79 anni, persone anziane ma non troppo, che probabilmente in buona parte o lavorano ancora o fanno il pesante e rischioso mestiere di nonni onnipresenti e attivi in aiuto di figli e figlie genitori che lavorano a tempo pieno in ufficio o in fabbrica o con home working. Non hanno diritto all’Astrazeneca, dovrebbero ricevere Pfizer e Moderna che però non ci sono.

Per non parlare della categoria dei “fragili” senza limiti di età. Cioè i malati con patologie serie. Dovrebbero essere vaccinati insieme o subito dopo gli over 80, così ci assicurano. Ma chi si fida ormai? Sono più a rischio un malato di diabete e un paziente con un tumore o appartenenti a categorie molto esposte quotidianamente al contatto col pubblico, ma sani? Come metro di misurazione del pericolo vale di più il rischio di contagio di alcune professioni o il rischio di morte per alcune malattie, cioè le cosiddette co-morbilità cause uniche dei decessi per Covid?

Possibile che queste scelte siano lasciate al libero arbitrio delle Regioni in una situazione di incredibile minestrone fatto di scelte diverse a distanza di pochi chilometri, che ha come risultato la confusione generale dei poveri cittadini? Un sessantasettenne di Busalla è diverso da un coetaneo di Serravalle? Tre caselli di A7... Evviva le differenze dei territori, evviva le specificità anche quelle anagrafiche (gli anziani record della Liguria per esempio), ma la sanità pubblica non dovrebbe essere uguale per tutti da Aosta a Siracusa?

Speriamo che con la tanto incensata presa di comando di Mario Draghi prenda possesso delle nostre istituzioni, nazionali e locali, anche la chiarezza e la certezza.