cronaca

La tragedia del dodicenne di Valpolcevera
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Dicono che a fare questo mestiere impari a costruirti la corazza rispetto alle emozioni.

Hanno ragione, in parte.

Certe volte, però, arrivano pugni nello stomaco che non hanno alcun antidoto. Piangi, senza magari aver mai conosciuto la persona che stai salutando. Ti commuovi in modo naturale con un dolore che non potrà mai essere uguale a quello di una madre, di un padre o di un fratello. Ma è roba vera.

Succede così davanti a un messaggio sul telefonino in una domenica di fine febbraio: “Andrea stamattina è volato in cielo”.

Era un ragazzo santolcesino di 12 anni, secondo di 5 figli, che aveva emozionato tutti grazie a una lettera impossibile da tacere.

“La mia vita non è quella di un ragazzino della mia età. Da quando ho 4 anni convivo un "amico indesiderato" in testa che mi ha portato ad affrontare 11 interventi di neurochirurgia. Questo ha portato diverse problematiche al mio fisico. Inoltre, un paio di anni fa, ho perso la vista e, circa 6 mesi fa, sempre dopo un intervento chirurgico, la mia parte sinistra si muove molto di meno. Ho difficoltà a camminare a lungo perché mi stanco facilmente e ho bisogno di coricarmi. Come famiglia, abbiamo dovuto ripensare a come affrontare la quotidianità fatta di sfide, ma anche di leggerezza. Per questo, vorremmo chiedervi un contributo, visto il costo elevato, ad avverare il mio desiderio ossia quello di avere un camper. Ci permetterebbe di girare ovunque, ma avendo una casa mobile sempre a disposizione in caso di necessità. La vita mi ha tolto tanto, voglio cercare di viverla appieno insieme ai miei fratelli e ai miei genitori assaporando quanto più normalità mi sia concessa. Sono grato per tutto l'aiuto che ricevo e per la generosità delle persone” aveva scritto su web.

Da lì, una vera e propria mobilitazione e a Primocanale, anche, il coinvolgimento spontaneo del compaesano Maurizio Lastrico qualche settimana prima di Natale (vedi link video).

Oggi, la notizia più brutta che un po’ tutti quelli che avevano cosciuto Andrea - da vicino e da lontano - erano convinti rimanesse al proprio posto perché ci aveva abituato innumerevoli volte a ribaltare situazioni inimmaginabili.


Questa volta è stato differente.


Si è soliti dire, in situazioni drammatiche, che ci sia un angelo in più nel cielo. Ora, è davvero così e la prima protezione sarà doverosa per mamma, papà e fratelli. Grazie per il coraggio che ci avete insegnato. Per il resto, solo silenzio.