cronaca

Perquisita anche la casa della zia, che non è indagata
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Andrea Cavalleri, il 22enne neonazista savonese arrestato dalla Digos per associazione a delinquere con finalità di terrorismo minacciava spesso di morte i suoi genitori: "Io morirò presto ma prima faccio una strage e vi ammazzo tutti: te, il vecchio, Marco" diceva alla madre. E lo faceva in maniera fredda, senza un'apparente causa scatenante. Non solo: insisteva che il padre si facesse ridare il porto d'armi che la polizia gli aveva ritirato a luglio per la mancanza di un certificato medico insieme alle armi che deteneva in casa. Per la Digos quel sequestro era stato anche un'occasione per vedere da vicino il 22enne, che era stato messo sotto intercettazione da poco in seguito alle dichiarazioni del 17enne di Torino che ha fatto scattare l'indagine ligure. Il padre, dopo il ritiro delle armi, a dire il vero, non ha mai chiesto di riaverle indietro regolarizzando la sua posizione, forse perché anche lui, pur condividendo con il figlio un'ideologia di destra radicale, era preoccupato delle violente dichiarazioni del figlio.

Andrea Cavalleri non nascondeva ai suoi genitori le sue idee o i suoi propositi come quando in una conversazione ambientale intercettata tra lui la madre e il fratello diceva di volere un fucile dell'esercito inglese, "un Martini Hennels, così con sto affare se vedi un negro lo spezzi in due". Nonostante fosse a conoscenza dell'indagine a carico dell'amico di Torino che aveva aiutato a correggere l'opuscolo Vento Bloccato che aveva come scopo dichiarato la "dissoluzione del giudeo", Cavalleri non si ferma e continua nel suo delirante odio razziale. Quando Telegram sospende il canale pubblico Sole Nero, continua a chattare con altri giovanissimi su gruppi chiusi whatsapp oppure utilizzando le più note piattaforme di messaggistica per games, come Discord o Wired.

Nel corso dell'estate la Digos aveva già una prima volta sequestrato lo smartphone di Cavalleri, insieme a quello di un giovane che dal 22enne aveva comprato alcune divise e un'arma bianca. E proprio dall'analisi di telefoni e dai pc sequestrati in contemporanea all'arresto del 22enne, 13 le perquisizioni effettuate finora, compresa la casa della zia di Andrea che lo aveva spesso aiutato nella compravendita dei cimeli nazi e gli aveva prestato il telefono dopo il primo sequestro (la donna tuttavia non è indagata), l'indagine continua ad allargarsi toccando diverse regioni italiane, dal Lazio alla Sicilia, dall'Abruzzo alla Sardegna. Nell'interrogatorio, che è stato secretato, davanti al sostituto procuratore Anna Maria Paolucci Cavalleri avrebbe fornito ulteriori elementi utili: contatti e nomi che potrebbero portare a nuove svolte.