cronaca

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“Uno su cinque qui rischia di chiudere senza adeguati ristori, senza una programmazione settoriale e senza qualche esenzione relativa alle tasse”: sono queste in sintesi le richieste del mondo del turismo del Tigullio al nuovo premier Draghi.


“Il nostro territorio vive per il 70 per cento di turismo e se questo va in crisi, come sta succedendo a causa del Covid, va in crisi quasi tutta l’economia locale - spiega a Primocanale Claudio Nicolini della Cisl Tigullio - e quindi serve una programmazione per settori”.


Gli fa eco Tiziano Sada, vice presidente di Liguria together,
consorzio che raggruppa operatori turistici: “Un albergo su cinque rischia di non riaprire senza adeguati ristori. Quelli ottenuti fino a oggi sono ampiamente insufficienti: io ad esempio ne ho avuti in quantità neppure sufficiente a pagare un dipenderne stagionale. Serve una inversione di passo da parte del Governo”.


Ne è convinto anche Alex Molinari, rappresentante dei ristoratori chiavaresi: “Servono attenzione e impegno anche sul fronte della detassazione, banalmente parlo anche delle cartelle esattoriali. Invece ad esempio ci si viene a chiedere di pagare la tassa di occupazione del suolo pubblico con un aumento esponenziale rispetto a quella dell’anno scorso. Così non va bene”.