La difficoltà della mansione, la carenza di personale, lo stress. Sarebbero state queste le cause dietro i maltrattamenti agli anziani della Rsa La Villa di Varazze da parte delle assistenti arrestate nel corso del primo blitz, il 25 gennaio scorso. Questa mattina S.S. (48 anni, di Savona), R.B. (58 anni, di Varazze) e N.M. (64 anni, di Genova) sono state sentite dal giudice Alessia Ceccardi e hanno fatto alcune prime, parziali ammissioni.Per una delle tre donne, R.B., è arrivata la revoca degli arresti domiciliari: dei quattro episodi a lei contestati, infatti, in due casi è emerso uno "scambio di persona" (la donna nelle immagini non era lei bensì E.Z., la 38enne arrestata pochi giorni dopo). A suo carico rimangono quindi solamente due episodi, giudicati peraltro meno rilevanti: uno sviluppo che ha alleggerito la sua posizione e spinto il Gip a revocare la misura cautelare. Restano invece ai domiciliari le altre due assistenti che oggi, nel corso dell'interrogatorio, hanno ammesso i fatti documentati nei video. Le donne hanno fornito la loro lettura, parlando di anziani difficili da gestire e attribuendo i propri comportamenti - non veri e propri maltrattamenti, secondo loro, ma solamente atteggiamenti bruschi - allo stress e alla stanchezza dovuti alla carenza di personale. Una ricostruzione contestata dagli inquirenti, che hanno chiesto conto delle frasi pesanti registrate nei video. I legali delle indagate hanno presentato una istanza di attenuazione della misura cautelare a cui il pm, date le prime ammissioni, ha dato parere favorevole. Il giudice si è riservato di decidere.
Due dei tre colleghi arrestati in una seconda operazione, (la 46enne T.U., di Stella, e il 50enne A.R.) verranno ascoltati venerdì, mentre l' interrogatorio dell'ultima persona coinvolta, la 38enne E.Z:, slitterà a causa della sua positività al Covid-19.
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