
Il conflitto mondiale terminato da pochi anni ha già però frantumato i principi dell’internazionale socialista, con le diverse posizioni che riguardano tra l’altro i crediti di guerra tra paesi che pure dovrebbero appartenere a un unico credo sociale, principi affermati all’unanimità nella conferenza internazionale di Amsterdam del 1907, mentre già nel 1904, sempre ad Amsterdam era nata a cura del movimento internazionale anarchico e socialista l’Associazione Internazionale Antimilitarista (A.I.A). Il Partito Socialista italiano, prima del voltafaccia del direttore dell’Avanti, e già esponente di primo piano del partito, Benito Mussolini, era stato l’unico, tra quelli europei a porsi in una sofferta posizione pacifista contraria a ogni intervento bellico, riassunta nel motto “né aderire, né sabotare”.
D’altro lato, la terza Internazionale, il c.d. Comintern, voluta da Lenin e dai comunisti russi, indicava a tutti i simpatizzanti per la rivoluzione russa di spaccare i partiti socialisti e di fondare i partiti comunisti. Durante il congresso di Livorno è manifesto che la maggioranza del partito è favorevole a seguire le direttive di Mosca, seppure con alcuni distinguo. Ancora i nomi socialisti e comunisti appaiono infatti interdipendenti.
Si vuole aderire alla terza Internazionale ma c’è il rifiuto, tra l’altro, di cambiare il nome storico del partito stesso e comunque non c’è alcun intento, sempre nella maggioranza, di espellere dal partito i cosiddetti riformisti puri, che fanno capo al vecchio leader Filippo Turati, il fondatore del Partito dei Lavoratori Italiani, a Genova, nel 1892. Qui avviene la spaccatura, proprio nell’ultimo giorno del congresso. Si va alla votazione con tre mozioni: quella unitaria massimalista, favorevole alla terza internazionale ma contraria all’espulsione dei riformisti, quella comunista e quella concentrazionista riformista o turatiana.
La prima ottiene la maggioranza con 98.028 voti (espressi con quelli provinciali), la seconda 58.783 e la terza 14.695. I rappresentanti della fazione comunista non ci stanno e con una mozione letta da Amadeo Bordiga, abbandonano il Teatro Goldoni e si riuniscono al teatro San Marco, poco distante, più vicino al porto. Nasce così il 21 Gennaio 1921 il Partito Comunista d’Italia (PCd’I) . Oltre a Bordiga, i protagonisti di quel momento furono Nicola Bombacci, Umberto Terracini, Onorato Damen, Antonio Gramsci, Bruno Fortichiari.
IL COMMENTO
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