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Il presidente del consiglio parte da una maggioranza risicata, spera nell'astensione dei renziani e in qualche "volenteroso"
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Arriva il momento della verità per Giuseppe Conte e il governo PD-M5S. Confermata la fiducia alla Camera con 321 sì, 6 in più della maggioranza assoluta grazie al sostegno a sorpresa di Renata Polverini (ex leader Ugl ed ex presidente del Lazio per il centrodestra) e sette ex M5s del Gruppo Misto, ecco la prova della fiducia al Senato. Affrontata “A testa alta”, dice Conte in apertura del suo discorso. “Sono qui a spiegare una crisi di cui non vedo alcun plausibile fondamento” è il giudizio sull'arrocco renziano.

Conte ha affrontato la sfida della fiducia “A testa alta”, come dice Conte in apertura del suo discorso. “Sono qui a spiegare una crisi di cui non vedo alcun plausibile fondamento” è il giudizio sull'arrocco renziano.

Nel suo intervento, dopo l'appello ai volenterosi lanciato già in Aula alla Camera ieri, approfondisce il concetto di politica "che serve per evitare che il malessere diventi rabbia".
Il discorso di Conte si apre con un richiamo a quel "progetto di Paese di quei 29 punti" programmatici presentati all'inizio dell'esperienza di governo e rivendica che "c'era una visione e una forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia". Riferendosi alla pandemia annota che "ora un uragano sta sconvolgendo il nostro destino collettivo" e che "anche la politica è stata costretta a misurarsi con scienza e tecnica per rispondere a emergenza e crisi economica". QUindi l'affondo verso Renzi: "È complicato governare con chi dissemina mine nella maggioranza, con chi ti accusa di immobilismo e di correre troppo, di non decidere e di decidere troppo". Conferma che gli appalti per le opere previste dal decreto Semplificazioni non sono bloccati, ma "sono cresciuti per un totale di 3,3 miliardi" e "la lista dei commissari è pronta". Inoltre non bisogna fermare il cammino del Recovery plan, che "deve essere completato con le indicazioni del Parlamento".

"CAMBIAMO!" - Come previsto, "Cambiamo!" non ha raccolto l'appello di Conte: "Non siamo ideologici, non siamo faziosi né pregiudizialmente ostili a nessuno. Ma questo Esecutivo così com'è, con linee politiche che non abbiamo mai condiviso, non ci interessa. E non credo - scrive il fondatore del movimento e presidente della Liguria Giovanni Toti su Facebook - che il Paese, in un momento così complesso, possa fare affidamento su un Governo che dipende da qualche "sorpresa" che potrebbe esserci oggi in Senato". Infatti in aula il senatore totiano Gaetano Quagliariello conferma: "La risposta a questa crisi, nell'emergenza in cui si trova l'Italia, avrebbe dovuto essere un governo di salvezza nazionale. Quello che ci viene oggi riproposto è lo stesso governo, con le forze dell'attuale maggioranza e la richiesta ad altri di 'aggiungersi'. Nessun cambio di formula politica né di contesto programmatico: semplicemente è stata chiesta agli attuali oppositori, come noi, un'annessione alla maggioranza".

PINOTTI - L'ex ministro della Difesa Roberta Pinotti, oggi senatore del Pd, ha detto: "Come Pd non comprendiamo questa crisi e voteremo convintamente la fiducia, si deve lavorare per costruire e non per distruggere".

RENZI - Nel più atteso intervento di giornata, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha impietosamente elencato le mosse fatte da Conte ai tempi del governo gialloverde. "Signor presidente, lei ha cambiato la terza maggioranza in tre anni, ha governato con Matteo Salvini. Oggi so che è il punto di riferimento del progressismo e ne sono contento, ma ha firmato i decreti Salvini e quota 100. Ora si accinge alla terza maggioranza diversa ma ci risparmi di dire che l'agenda Biden è la sua agenda dopo aver detto che l'agenda di Trump era la sua sua agenda. Se va all'assemblea generale dell'Onu e rivendica il sovranismo, non può dirsi antisovranista, se va alla scuola di Siri e si dice populista, ora non può dirsi antipopulista. Non può cambiare le idee per mantenere la poltrona. Le è mancata la gavetta della politica - dice Renzi a Conte - e immagina che la politica sia solo l'arte del governo. ma questa arte non è solo distribuire una poltrona. Lei è sempre stato cortese con me, quando ci siamo visti mi ha offerto un incarico agli Esteri e io le ho detto gentilmente di no. La politica non è solo distribuzione degli incarichi".

Nella sua replica, Conte ha sottolineato "Quando si sceglie la via del dialogo, e voi lo sapete, non avete mai trovato porte chiuse. A un certo punto avete scelto la strada dell'aggressione e degli attacchi mediatici, avete cominciato a parlare fuori e non dentro. La rispettiamo ma possiamo dire che forse non è la scelta migliore negli interessi del Paese?".
Infine: "Se i numeri non ci sono, il governo va a casa".
Quindi, il voto.

(in aggiornamento)