L'aumento fino al 20% diventerà realtà nella seconda metà del 2021, ma ci sarà e ricadrà sia sulle famiglie sia sulle utenze non domestiche. La Corte dei Conti, con una delibera del 28 dicembre 2020, ha imposto al Comune di Genova l'aumento della Tari, la tassa sulla spazzatura, per il debito che palazzo Tursi ha maturato dal 2014 al 2017 nei confronti di Amiu, per gli oneri di chiusura e messa in sicurezza dei vecchi lotti della discarica di Scarpino e per il conseguente trasporto fuori provincia dei rifiuti da smaltire. "Quando ci siamo insediati nel 2017 - ha raccontato il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi - abbiamo ereditato dalla giunta precedente un debito del Comune verso Amiu di 185 milioni di euro legato alla chiusura della discarica di Scarpino. Un debito che ha due oneri: il ripristino ambientale e la chiusura della discarica pari a 100 milioni mentre il resto sono i soldi che Amiu ha dovuto pagare per portare i rifiuti fuori regione". Un quadro delicato che già da subito l'attuale giunta ha dovuto affrontare.
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"Nel 2017 Amiu era sul collasso di una crisi finanziaria - ha raccontato Piciocchi che per la giunta Bucci ha la delega al bilancio - si è realizzato un piano di rientro in 10 anni e nel frattempo si è sterilizzato l'aumento con una maxi agevolazione riconosciuta a tutte le utenze di circa 30 milioni di euro a carico del bilancio comunale".
Ma la Corte dei Conti ha richiamato il Comune. Di fatto ha precisato che tutti i costi di gestione del servizio devono finire in tariffa in base il principio comunitario del 'chi inquina paga' quindi il Comune non può più intervenire con risorse comunali per evitare aumenti. "Noi dobbiamo coprire circa 30 milioni di euro - ha sottolineato il vicesindaco - nel frattempo abbiamo lavorato sodo per consolidare Amiu per darle una credibilità bancaria".
Per risanare i conti dell'azienda, che si occupa dei rifiuti a Genova e di cui il Comune è il principale azionista, si lavora per incrementare la raccolta differenziata ancora ferma al 35% e decisamente distante dagli obiettivi imposti dall'Europa fissati nel 65%. "E poi c'è la stabilizzazione dei conti - sottolinea il vicesindaco Pietro Piciocchi - che consentirà di fare investimenti che verranno spiegati con il piano industriale di Amiu. Cito ad esempio l'introduzione dei cassonetti intelligenti in grado di consentire di far pagare ai cittadini quanto consumano e quanto conferiscono realmente". L'aumento anche del 20% sulla tassa della spazzatura a Genova ricadrà sul saldo che i cittadini dovranno pagare alla fine del 2021. C'è dunque tempo per cercare soluzioni che attuenuino l'aumento. "Cercheremo di sterilizzare questo aumento per le fasce più deboli - afferma Piciocchi - con un sistema di agevolazioni legato ai redditi più bassi e alle fasce delle utenze non domestiche che sono state più provate".
Il Comune di Genova sul tema intende poi coinvolgere anche il ministero dell'Ambiente. "Proprio perché si tratta di recuperare un debito pregresso abbiamo detto al ministero: non è giusto che il peso dell'operazione ricada solo sui genovesi - racconta il vicesindaco - Intanto perché è una questione ambientale: 100 milioni del debito riguardano la bonifica della discarica di Scarpino. Secondo luogo non è giusto anche perché nella discarica per decenni hanno conferito i comuni della Liguria, ma anche alcuni del Piemonte e della Lombardia. E' un sito che ha servito una molteplicità di territori. L'obiettivo dunque è ottenere un contributo dal ministero dell'Ambiente per ridurre l'aumento della Tari".
L'attuale Giunta dunque lavora per contenere una stangata che ha origine lontane nel tempo quando si è deciso di non decidere.
cronaca
Tari, la Corte dei Conti impone la stangata sui rifiuti a Genova: si studiano soluzioni
La tassa sulla spazzatura nel 2021 aumenterà anche del 20%
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