cronaca

Solo uno su quattro pensa che tutto tornerà come prima
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Una fotografia della scuola ai tempi del Coronavirus. Il 28% degli adolescenti dichiara che dall'inizio della pandemia almeno un compagno nella propria classe ha smesso di frequentare la scuola. Tra le cause principali delle assenze durante la Dad, ovvero la didattica a distanza, ci sono la difficoltà di connessione e poi mancanza di concentrazione.





E' quanto emerge da un'indagine condotta da Ipsos per Save The Children, secondo la quale almeno 34 mila studenti delle superiori, a causa delle assenze prolungate, potrebbero trovarsi a rischio di abbandono scolastico. L’indagine, dal titolo "I giovani ai tempi del Coronavirus" ha preso in esame su un campione di adolescenti tra i 14 ed i 18 anni.



Inoltre, più di uno studente su tre ritiene che la propria preparazione scolastica sia peggiorata. Un 'anno sprecato' per quasi un adolescente su due (46%), che, in ogni caso, nella costrizione di vivere in un mondo di incontri solo virtuali, ha fatto riscoprire a molti il valore della relazione di persona con i coetanei. Anche se quasi un quarto degli adolescenti (23%) dichiara che, in questo anno di pandemia, ha capito che uscire non è poi così importante e che si possono mantenere le relazioni anche on line. Per contro, l'85% dei ragazzi intervistati afferma invece di aver capito quanto sia importante uscire con gli amici, andare fuori e relazionarsi. Tra le privazioni che i ragazzi hanno sofferto di più, anche quella di non aver potuto vivere esperienze sentimentali importanti per la loro età (63%).



Per quanto riguarda il futuro, soltanto uno studente su quattro pensa che dopo la pandemia tutto tornerà come prima. La stessa percentuale ritiene che "continueremo ad avere paura", mentre il 43% vede l'esperienza che sta vivendo come uno spartiacque che sdogana, anche dopo il vaccino, il fatto che "staremo comunque insieme in modo diverso, più on line" (43%). 





Il 69% degli studenti intervistati ha inoltre sentito in qualche modo parlare del fondo Next Generation EU e la gran parte guarda con interesse alle possibilità che potrebbe offrire per il loro futuro. I ragazzi sperano che, attraverso di esso, vengano incrementati i finanziamenti per l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani (30%) o la possibilità di studiare gratuitamente all'estero (17%) e all'università (17%).