cronaca

Il governo punta alla misura restrittiva ma a meno nove dal 25 dicembre manca la decisione
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Con il trascorrere delle ore si avvicina sempre di più l'ipotesi di un nuovo lockdown sotto Natale. Da Roma l'annuncio di modifiche al Dpcm Natale che non ha ancora però una risposta. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che un 'ritocchino' ci sarà: "Ci stiamo riflettendo. Dobbiamo scongiurare in ogni caso una terza ondata perché sarebbe molto pesante".
 


Previsto un altro incontro tra governo, comitato tecnico scentifico
e regioni, nel quale potrebbe anche prevalere la linea dura portata avanti in questi giorni dal ministro alla salute Speranza e da quello per gli affari regionali Boccia, e oggi stesso l’esecutivo, potrebbe decidere di mettere l'Italia in zona rossa nelle due settimane più a rischio, dal 24 dicembre al 6 gennaio."Penso che sia utile e necessario restringere ancora di più durante le festività. Questa è la posizione che viene fuori dal Cts, dalle Regioni e ce lo chiedono i comuni" ha confermato il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia.


"I nostri ristoratori, baristi, produttori, pescatori, macellai, pasticceri sono spaesati
 da questa gestione schizofrenica sulla apertura-chiusura nelle festività" attacca il presidente della Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti. Per cambiare le regole "è assolutamente tardi e siamo partiti con delle regole già di per sé piuttosto assurde", ha aggiunto Toti.

Le discussioni vanno avanti. Secondo il Comitato tecnico scientifico serve il pugno duro: "Inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre, modulandole come si ritiene opportuno". Dunque si spinge per potenziare il dispositivo di controllo degli assembramenti nelle piazze, strade e vie dello shopping in questi giorni che precedono il Natale.

Ma il governatore ligure spiega che servono decisioni. Molti ristoratori stanno subendo la cancellazione delle prenotazioni per il pranzo di Natale e per quello di Santo Stefano. "Serve rispetto per chi lavora. - sottolinea Toti -. Non si può trattare così chi lavora, non è un reality show dove a decidere è il televoto. Le istituzioni devono prendersi la responsabilità di scegliere e servono decisioni rapide, fondate sull'analisi dei dati e sul buonsenso".


A destare la preoccupazione degli esperti sono soprattutto i luoghi al chiuso e quelli in cui ci si può togliere la mascherina. Sugli spostamenti, che saranno bloccati già dal 21 dicembre, il Comitato non si è espresso, lasciando di fatto la decisione al governo su come e dove chiudere in base ai dati in possesso. Di fatto una spaccatura all'interno dello stesso Comitato tecnico scientifico che rimanda la decisione sulle zone rosse, arancioni o gialle. Nelle prossime ore forse arriverà una decisione.