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L'aerea interessata al sequestro è stata cautelata con l'apposizione di nastro segnaletico bianco-rosso e di nove cartelli
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Lunedì 9 novembre è stato notificato alla Canottieri Genovesi Elpis un provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. dello specchio acqueo, dei pontili e delle aree ove insistono le imbarcazioni da diporto, in relazione al procedimento penale 7925/2020/21.

L'aerea interessata al sequestro è stata cautelata con l'apposizione di nastro segnaletico bianco-rosso e di nove cartelli con gli estremi del provvedimento. Sebbene il sequestro preventivo non si estenda alle imbarcazioni, stante la finalità del provvedimento cautelare i proprietari delle stesse stanno provvedendo alla loro rimozione. Inoltre, è stato posto sotto sequestro il conto corrente bancario dell’Associazione.

Il provvedimento di sequestro viene giustificato tra l’altro dall'avvio del procedimento di eventuale decadenza del 22 settembre scorso da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale secondo cui “buona parte dello specchio acqueo (c.c.a mq.1557) e delle aree a terra (c.c.a mq.305) assentite a codesta Società sono utilizzate per attività di ormeggio diportistico, non conformi allo scopo concessorio” e, più precisamente, “per attività relative all’utilizzo di posti barca da diporto, a pagamento, non previste dello scopo concessorio”, senza però che sia fatta menzione alcuna, né siano in alcun modo prese in considerazione le controdeduzioni e la documentazione presentate dall’Associazione Canottieri Genovesi Elpis alla stessa Autorità Portuale il 21 ottobre scorso. ELPIS è stata infatti autorizzata, ex art. 24 reg. cod. nav. dall’Autorità Portuale a mantenere un pontile per “l’attracco delle imbarcazioni da diporto”.

E ciò visto che, come la stessa Elpis aveva rappresentato all’Autorità Portuale fin dal 2006 “l’equilibrio economica della società è necessariamente dipendente dai canoni di locazione dei posti barca nello spazio acqueo in concessione alla società, con i quali si finanzia l’attività sportiva, che con le sole quote degli iscritti non potrebbe andare avanti”.

“Il Consiglio Direttivo dell’Elpis si è riunito in seduta straordinaria per far fronte a questa situazione di oggettiva imprevista e francamente sorprendente criticità”, spiega il Direttore Sportivo Pietro Dagnino. “Tutto questo rischia di compromettere a brevissimo la possibilità per Elpis di proseguire la propria attività, con conseguente licenziamento e cancellazione del rapporto con il personale di sede e con gli allenatori e chiudere l'attività sportiva e sociale ultracentenaria del nostro storico sodalizio”.

"Abbiamo avuto un incontro il 16 ottobre con l’Autorità Portuale a seguito del quale abbiamo fornito le controdeduzioni in merito ai procedimenti avviati il 22 settembre”,
spiega ancora Dagnino. “Nonostante le chiarificazioni fornite, lunedì scorso è arrivato il sequestro dello specchio acqueo, dei moli e delle aree, senza che da parte dell’Autorità Portuale sia stato dato riscontro alla nostra documentazione e, a tutt’oggi, non abbiamo avuto accesso ai verbali dell’accertamento della Guardia di Finanza. Abbiamo sollecitato
un nuovo ed urgente incontro al fine di approfondire lo stato di istruzione degli stessi e possibilmente fornire elementi ulteriori per addivenire ad una positiva soluzione della situazione nel più breve tempo possibile. La nostra prima preoccupazione è quella di assicurare la prosecuzione dell’attività e l’esistenza del Sodalizio. L’equilibrio economico della nostra Associazione Sportiva è necessariamente dipendente dai canoni di locazione dei posti barca nello spazio acqueo in concessione al sodalizio, con i quali si finanzia l’attività sportiva, che con le sole quote degli iscritti non potrebbe andare avanti. Riteniamo infondato in fatto e in diritto, oltre che lesivo degli interessi partecipativi dell’Associazione, il procedimento instaurato volto ad accertare estremi dell’eventuale decadenza dalla concessione che riteniamo palesemente inesistenti. Abbiamo prodotto domanda di immediata archiviazione ma è evidente che l’interruzione dell’attività sociale cagionata dalla eventuale prosecuzione dei procedimenti determinerebbe un gravissimo danno ad Elpis sia sotto il profilo economico sia dal punto di vista reputazionale, oltre a comportare un’enorme perdita per tutti i suoi Associati. La sola pendenza dei procedimenti in esame è in sé sufficiente a pregiudicare in modo irreversibile l’organizzazione e la programmazione dell’attività sportiva tra cui la partecipazione a competizioni e la programmazione delle attività della squadra agonistica e dei relativi tecnici e allenatori, la cui attività è compensata da Elpis non senza sforzo economico”.