Si torna al lavoro nello stabilimento di ArcelorMittal a Genova. L'incontro in prefettura sull'ex Ilva si è concluso con il ritiro da parte dell'azienda di tutte le 250 lettere di sospensione dall'attività lavorativa e la fine di scioperi e blocchi a varchi avviati dai lavoratori in protesta per i licenziamenti comunicati dalla società. Ed è stato reintegrato Luigi Guadagno, l'operaio che aveva ricevuto la comunicazione di licenziamento per aver denigrato il direttore in un messaggio vocale su whatsapp. Per lui scattano tre giorni di sospensione.
"In un momento difficile come questo, da parte dell'azienda sono necessari senso di responsabilità, rispetto degli accordi, piena collaborazione e che vengano evitati atteggiamenti di rottura. Ancora di più in questa fase, è indispensabile evitare di alimentare una tensione sociale che inevitabilmente è riflesso della fase storica che stiamo vivendo, particolarmente complessa a causa della pandemia da Covid 19", dichiara in una nota il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti.
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"E' indispensabile che il Governo intervenga in modo chiaro e univoco. Siamo in attesa da troppo tempo di conoscere quale sia la strategia per il futuro del gruppo industriale. E' ora più che mai necessaria una visione di lungo periodo che assicuri continuità, investimenti e lavoro per l'ex Ilva. Quello dell'acciaio è un settore strategico non solo per Genova e la Liguria, ma per il Paese intero, in cui l'Italia ha giocato per decenni un ruolo importante a livello internazionale a cui non può permettersi di abdicare", ribadisce Toti.
Il ministro dello Sviluppo cconomico Stefano Patuanelli e il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo hanno convocato per venerdì 13 novembre alle 16 le organizzazioni sindacali per discutere della vicenda ex Ilva dopo la richiesta dei segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm Roberto Benaglia, Francesca Re David e Rocco Palombella. Lo si apprende dai sindacati metalmeccanici, che intendono conoscere qual è lo stato della trattativa in corso tra governo e ArcelorMittal a pochi giorni dalla scadenza del 30 novembre indicata inizialmente per la sua definizione.
I sindacati hanno sottolineato che "la situazione all'interno dei vari siti produttivi è diventata drammatica: aumento esponenziale del numero di lavoratori in cassa integrazione, livelli produttivi ridotti ai minimi termini; incertezza dei lavoratori in amministrazione straordinaria sul futuro occupazionale, sospensione delle manutenzioni e degli investimenti ambientali, con conseguenze drammatiche sui lavoratori dell'appalto".
Restano, invece, aperte le procedure di licenziamento per gli altri due lavoratori, la cui posizione è gravata da una denuncia penale. "Abbiamo portato a casa il risultato, abbiamo fatto ritirare il licenziamento più ignobile, che gridava vendetta, ed è stato trasformato in tre giorni di sospensione", commenta il segretario della Fiom, Bruno Manganaro. "Per gli altri ci sarà un'udienza. Noi continueremo a difenderli perché pensiamo che ci sia stata un'esagerazione". Per Franco Grondona, sindacalista pensionato e storico firmatario dell'accordo di programma, "è una grande vittoria politica e sindacale perché di fronte avevamo una multinazionale che tratta a pesci in faccia il governo. Togliamo i blocchi e torniamo al lavoro, ma tutti sanno che quando c'é da alzare la voce, noi siamo sempre pronti".
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ArcelorMittal, schiarita a Genova e sindacati convocati da Patuanelli e Catalfo
Si torna al lavoro a Cornigliano, incontro a Roma il 13 novembre
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