salute e medicina

L'oppozione in Regione chiede un commissario, per Toti una "proposta surreale"
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Una classificazione complessiva di rischio alta, con la segnalazione di una trasmissione del virus non gestibile in modo efficace con sole misure locali, al pari della sola Toscana. Una crescita significativa dell'incidenza e un tasso elevato di occupazione dei posti letto di media intensità di cura, oltre a un non sufficiente tracciamento dei contatti di caso. Sono queste le principali motivazioni che emergono dal nuovo report dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute, riferito alla settimana dal 26 ottobre al primo novembre, che hanno fatto alzare l'asticella delle restrizioni in Liguria alzando il livello da giallo ad arancione.

Se, come anticipato dal governatore Giovanni Toti, l'indice Rt medio sulla base di 14 giorni è migliorato tra il report del 19-25 ottobre e quello del 26 ottobre-1 novembre, passando da 1,54 a 1,48 e collocando la Liguria in scenario 3, lo stesso non si può dire per l'incidenza del contagio. Per l'Iss "si è passati da 5.143 nuovi positivi nel report che aveva portato la Liguria nella fascia gialla, con un'incidenza di 333,28 nuovi casi ogni 100mila abitanti e un'incidenza cumulativa di 1599,16 casi per 100mila abitanti, a 6.391 nuovi positivi del nuovo report, con un'incidenza cresciuta a 414,16 nuovi casi ogni 100mila abitanti e un'incidenza cumulativa arrivata a 2237,02 positivi per 100mila abitanti".

Dal punto di vista della situazione ospedaliera, per l'Iss emerge una valutazione di impatto alta, con sovraccarico nelle aree mediche e l'evidenza di nuovi focolai in Rsa, case di riposo e ospedali. Nel complesso, i focolai in regione salgono da 966 a 1.374, nel giro di una settimana, mentre sono 322 i nuovi contagi non associati a catene di trasmissione già note. Tra il 26 ottobre e il 1 novembre, risultava occupato il 25% dei posti di terapia intensiva e il 49% di quelli in media intensita', con alta probabilita' di stare sopra le soglie di guardia, rispettivamente del 30 e del 40%, nei successivi 30 giorni.

"Il 15-20% dei pazienti ospedalizzati poteva essere curato a casa, se ci fossero stati dei protocolli e un'organizzazione adeguata della medicina territoriale", scrive su Facebook il responsabile della clinica di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti. "Chi doveva farli? Il Comitato tecnico scientifico ha deciso a quanti centimetri dovessero essere distanziati gli ombrelloni sulla spiaggia per evitare il contagio non poteva suggerire chi e come curare a casa i pazienti? Mi piacerebbe conoscere i criteri di selezione con cui sono stati scelti i membri del Cts", riporta il post dell'infettivologo.

Nel mirino della cabina di regia finiscono anche altri due indicatori della capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti: risulta in aumento (rispetto al 16,6% del report precedente) e superiore alla soglia fissata del 15%, la percentuale di tamponi positivi escludendo, per quanto possibile, tutte le attività di screening e il re-testing degli stessi soggetti su base mensile, che ha raggiunto il 18%. Invariato rispetto alla settimana precedente, ma sempre ampiamente al di sotto della soglia minima fissata del 95%, il rapporto tra numero di casi confermati per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti e il totale di nuovi casi di infezione confermati, fermo al 44,5%.

In consiglio regionale le opposizioni hanno proposto la nomina di un commissario per l'emergenza Covid. Proposta subito bocciata dal governatore Giovanni Toti. "Abbiamo dirigenti sanitari di grande qualità, coordinamenti regionali che hanno funzionato bene anche nella prima ondata e la collaborazione tra sanità e protezione civile funziona perfettamente. Aver tenuto sotto la presidenza della Giunta la delega alla sanità credo rappresenti la catena di comando più corta, rapida e politicamente autorevole, indispensabile per affrontare in modo efficace l’emergenza. È un segnale che abbiamo voluto dare subito. Poi, francamente, sentir proporre commissari da una opposizione che ha passato l’intero Consiglio di oggi a far demagogia contro le poltrone, suona surreale", sottolinea Toti.

"L’opposizione dimentica di essere rappresentante di quel governo a Roma che avrebbe dovuto agevolare molte delle azioni che abbiamo fin qui realizzato, e contenute anche nelle loro proposte, con norme, risorse tempestive e interventi di sburocratizzazione. Tutto questo purtroppo non è stato fatto". Secondo Toti le proposte dei partiti di minoranza sono "del tutto tardive, già realizzate, oppure più adatte ad un libro dei sogni, completamente disconnesse dalla realtà dell’emergenza e dai problemi che ogni giorno ci troviamo ad affrontare. Per vincere la battaglia contro il Covid servono invece concretezza, determinazione e impegno incessante: qualità che la Giunta, la task force e tutto il personale sanitario hanno ampiamente dimostrato di possedere".