La pandemia da COVID-19 che stiamo affrontando è una situazione che, nella sua eccezionalità, sta colpendo e modificando tutti gli ambiti della nostra vita, tanto da richiederci di mettere in pratica capacità di adattamento di cui non avremmo nemmeno pensato di essere capaci. Come sarebbe facile aspettarsi, lo stravolgimento causato dalla pandemia ha colpito in modo particolare gli ospedali, tanto che risorse via via crescenti vengono necessariamente dirottate ogni giorno verso la cura dei pazienti malati di COVID-19, con particolare riferimento a reparti e personale assistenziale.
L’Oncologia, in quanto branca della Medicina dedicata alla diagnosi e alla cura dei tumori, rappresenta una delle attività assistenziali che devono essere tutelate con particolare attenzione, sia per l’alta incidenza di queste patologie, sia per le caratteristiche dei pazienti in trattamento. Per farsi un’idea dei numeri dell’Oncologia, è sufficiente fare riferimento al rapporto di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), in cui si sono stimati circa 377.000 nuovi casi di tumore nel 2020 in Italia (da “I Numeri del Cancro in Italia – 2020”, accessibile su https://www.aiom.it/wp-content/uploads/2020/10/2020_Numeri_Cancro-operatori_web.pdf); pur trattandosi di malattie molto severe, i dati di sopravvivenza vanno migliorando di anno in anno, grazie a una combinazione tra prevenzione (riduzione dei fattori di rischio ma anche diagnosi precoce) e terapie innovative sempre più efficaci.
I pazienti affetti da neoplasie sono individui vulnerabili, che spesso devono recarsi in ospedale più volte nell’arco di ogni mese per ricevere le terapie necessarie e talvolta possono essere più suscettibili alle infezioni rispetto al resto della popolazione. È facile intuire che, nel corso dell’attuale pandemia, questi pazienti debbano essere protetti, per cui si è reso necessario applicare norme volte alla massima cautela per l’accesso in strutture come ambulatori e Day Hospital di Oncologia, a cui afferiscono ogni giorno numerosi pazienti affetti da neoplasie, così come i reparti di degenza dedicati all’Oncologia, impiegando energie e risorse nello sforzo di proteggere questi luoghi da eventuali contagi e ridurre il più possibile i rischi di infezione per i pazienti, permettendo al tempo stesso a questi ultimi di ricevere trattamenti potenzialmente salva-vita.
Un’altra sfida che i pazienti oncologici devono affrontare nel contesto attuale è il distanziamento sociale, che da un lato è necessario per tutelarci ma dall’altro limita, almeno in parte, il sostegno che un paziente affetto da neoplasia può ricevere dai propri familiari e amici, che a loro volta sono chiamati a una prova di grande complessità, ovvero coprire il fondamentale ruolo di “care-giver” di un individuo malato di tumore durante la pandemia da COVID-19.
Un altro aspetto fondamentale dell’Oncologia è rappresentato dalla diagnosi precoce mediante screening e dal “follow-up” oncologico (ovvero le visite e gli esami di controllo dedicati ai pazienti che hanno completato i loro trattamenti oncologici); mentre per il “follow-up” lo sviluppo di programmi di tele-medicina potrà rappresentare, almeno in parte, una soluzione, tutelare lo screening oncologico e ripristinarlo appena possibile nelle aree dove è stato necessario interrompere le visite e gli esami ambulatoriali rappresenterà una priorità nei prossimi mesi.
Infine, mentre la cura di pazienti attualmente bisognosi di terapie oncologiche durante la pandemia è un problema di estrema attualità, non bisogna sottovalutare un’altra attività cardine dell’Oncologia, ovvero la ricerca scientifica, che ha lo scopo, in definitiva, di aumentare le conoscenze sui tumori e poterne migliorare i trattamenti. Nonostante le indiscutibili difficoltà dell’attuale momento storico, i ricercatori coinvolti in Oncologia (tra cui numerosi medici, infermieri e biologi) negli ospedali, negli IRCCS e nelle Università in Italia continuano a dedicare le loro energie alla ricerca oncologica, convinti, a ragione, che essa non possa assolutamente essere fermata dalla pandemia.
In conclusione, noi oncologi, insieme ai nostri pazienti, ci troviamo oggi ad affrontare una “sfida nella sfida”: da un lato, come tutti, dobbiamo contrastare la pandemia COVID-19 tutelando i nostri cari e i nostri assistiti; dall’altro, dobbiamo continuare a offrire le migliori cure possibili ai pazienti affetti da tumore.
Talvolta questa doppia sfida può sembrare un’impresa titanica, al di fuori della nostra portata; tuttavia, sono convinto che gli sforzi congiunti dei professionisti dedicati all’Oncologia, il supporto delle Istituzioni e soprattutto una chiara condivisione di intenti tra noi e i nostri pazienti, ci permetteranno di portarla a compimento.
Prof. Carlo Genova, Medico chirurgo – Specialista in Oncologia Medica
Ricercatore Universitario Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche Università degli Studi di Genova
salute e medicina
Proteggere i malati oncologici in tempo di pandemia da Covid
3 minuti e 55 secondi di lettura
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