cronaca

I numeri confermano la Liguria in fascia gialla
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Il numero di nuovi contagi giornalieri in Italia si avvicina verso quota 40mila con il totale degli attualmente positivi che ha sfondato il muro dei 500mila, portando al 17,1% il tasso di positività. Dati che fanno paura alle Regioni, con il fiato sospeso in attesa di conoscere i risultati del nuovo monitoraggio del ministero della Salute, che dalla prossima settimana peraltro sarà pubblicato online. Il timore che i nuovi report settimanali possano portare a nuove chiusure è palpabile, mentre i governatori studiano eventuali ulteriori restrizioni per contenere la curva dei contagi.

Quasi un terzo di casi si registra in Lombardia dove il tasso di positività raggiunge il 25%. Vale a dire che una persona su quattro che si sottopone a tampone risulta positiva. Nella sola Milano i nuovi casi sono 1.758. "Questo è il momento di tenere duro, di non fare troppo i sofisti e cercare di uscirne presto", le parole del sindaco, Beppe Sala, che ha invitato i milanesi a stare in casa. E non poche sono le iniziative prese dai singoli comuni. A Bari, per esempio, il sindaco Antonio Decaro ha disposto maggiori controlli nei punti vendita della grande distribuzione sottolineando come le sue "sollecitazioni nei confronti del governo a individuare prescrizioni che potessero prevenire tale situazione sono rimaste inascoltate". A Crotone, invece, il sindaco ha annunciato la chiusura di tutte le scuole da lunedi' e per i successivi 15 giorni.

A Lerici, in provincia della Spezia, si corre sul lungomare solo all'alba e dopo il tramonto. E sui dati trasmessi a Roma dalle Regioni si accendono ora anche i fari delle procure. Quella di Genova, per esempio, sta verificando "cosa sia stato inviato al ministero della Salute e se siano dati corrispondenti alla realtà del nostro territorio". A sollecitare l'iniziativa della magistratura sono state le immagini di pazienti in ambulanza in attesa per ore prima di essere visitati negli ospedali di una regione, la Liguria, inserita nella zona "gialla", quella cioè, a più basso rischio.

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"I nuovi dati relativi alla Liguria confermano quelli su cui sono state fatte le valutazioni relative alla zona gialla. Indicatori precisi e accurati", ha scritto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti su Facebook. "Per gli sconsiderati che continuano a parlare di dati che non conoscono e forse non comprenderebbero il Report 25 arrivato dal Ministero e dall'Istituto Superiore di Sanità conferma totalmente i dati del Report 24, su cui sono state fatte le valutazioni relative alla zona gialla della nostra Regione. In particolare tutti gli indicatori (nessuno escluso) sono considerati di qualità e 3 sopra il 90% (cioè di grande accuratezza)".

Per quanto riguarda l'Rt, prosegue Toti, "i due valori medi di riferimento si confermano: sintomi 1,37; medio 1,48. Dunque i dati sulla base di cui sono state prese le decisioni sono precisi, accurati e confermati. E' la dimostrazione che in Liguria tanti professionisti lavorano con serietà e diligenza". E conclude: "Chi ha intenzione di continuare questo processo insensato alle Regioni pensi al Commissario per la sanità in Calabria nominato da Roma (dall'ex Ministro della Salute Giulia Grillo, del M5s) e dimesso oggi per imbarazzante e pericolosa incapacità", conclude Toti.

Intanto il Consiglio regionale della Calabria
ha approvato una mozione in cui si definisce "un colpo mortale per l'economia regionale l'inclusione della Calabria nella zona rossa" e si chiede al presidente facente funzioni della Giunta regionale Antonino Spirlì di intervenire "con immediatezza presso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al fine di non promulgare il Decreto Calabria". "Penso che il Paese non abbia bisogno di risse istituzionali ma di lavoro comune", avverte il ministro della Sanità Roberto Speranza, che a proposito della Campania, chiarisce: "non abbiamo fatto alcuna valutazione che va fuori dai parametri", spiegando che tutto parte dai dati che le Regioni forniscono all'Iss .

Alle limitazioni vanno di pari passo anche le manifestazioni
, ormai in ogni angolo d'Italia. A Roma sono scesi in piazza ambulanti, movimenti, lavoratori dello spettacolo e studenti che dalla sede del ministero dei Beni Culturali hanno sfilato lungo le strade della citta' fino a porta Pia. "Tu ci chiudi ora ci paghi", lo slogan dei manifestanti. Nella notte, a Cagliari invece, alcune persone hanno violato il coprifuoco e bruciato una grande bandiera tricolore. A Torino, invece, circa 200 manifestanti - appartenenti a centri sociali, sindacati di base, No Tav e collettivi universitari - si sono riuniti sotto il palazzo della Regione Piemonte. A Milano sono scesi in piazza il il Coordinamento Nazionale per il diritto alla Salute e la Campagna Dico 32 per chiedere ancora il commissariamento della sanità lombarda. in piazza De Ferrari a Genova lo slogan "Salute e reddito: le nostre vite valgono" ha animato un presidio a cui hanno partecipato circa 300 persone (LEGGI QUI)

In Sicilia chiude l'Assemblea regionale in seguito alla positività di uno dei deputati. In Veneto, dove i casi hanno subito un'impennata, la pressione sugli ospedali spinge la Regione verso la 'fase 4', quella da semaforo arancione, in cui anche le attività chirurgiche programmate vengono sospese. Pronto soccorso al collasso, invece, ad Empoli, in Toscana, mentre nuovi focolai si registrano in diverse Rsa di tutto il Paese. A Foggia sono risultati positivi tutti i 70 ospiti di una struttura, compresi 28 dipendenti.

Dopo i buoni risultati delle prime notti da coprifuoco
archiviate sostanzialmente senza particolari problematicità, nel fine settimana scatta l'esame dei centri commerciali che hanno abbassato le saracinesche come previsto dal nuovo nuovo decreto del governo. Le misure emanate il 3 novembre dal premier Giuseppe Conte prevedono la chiusura dei centri commerciali di tutta Italia nei festivi e prefestivi, a esclusione delle attività alimentari e delle farmacie.