cronaca

Regioni non coinvolte durante le valutazione dei numeri fatta da Cts e Iss
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"Molti della mia cabina di regia hanno perplessità sulla decisione di mettere la Liguria in zona gialla". Lo ha ribadito il presidente della Regione Liguria, e vice presidente della Conferenza delle Regioni, Giovani Toti, a seguito della firma del Dpcm da parte del premier Giuseppe Conte che di fatto inserisce la Liguria in fascia gialla, quella con le regioni a minor rischio. "I criteri devono essere locali, per cui i governatori devono essere più responsabilizzati con un'intesa anche in sede politica su quei dati".

Invece "mi trovo in imbarazzo perché non abbiamo partecipato alla valutazione dei numeri del Cts. Politicamente la considero una scelta equilibrata, in prospettiva giusta, ma scientificamente e dal punto di vista epidemiologico non saprei cosa dire: credo serva ancora qualche ora per comprendere i contorni della scelta fatta", prosegue Toti. "Non bisogna minimizzare, la situazione è pesante in molte regioni anche considerate gialle. Credo che, in prospettiva, possa essere una scelta giusta quella del Cts" sulla suddivisione tra aree per grado di rischio, ma "noi non abbiamo partecipato alla valutazione dei numeri fatta da Cts e Iss", prosegue Toti. 

I governatori lamentano l'ennesina esclusione delle regioni dal sistema di valutazione del Comitato tecnico scientifico insieme all'Istituto superiore di sanità. "Non conosco i criteri e i numeri su cui ha valutato il Cts e l'Iss. Se abbiamo deciso che quella è la sede della valutazione, e il governo se ne prende la responsabilità, prendo la decisione così come è. Sono disponibile a partecipare in sede tecnica e politica alla condivisione delle decisioni con il governo e assumermi la mia parte di responsabilità", aggiunge Toti.

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"Io sono sempre stato per la diversificazione, i territori e i parametri sono diversi e per una serie di misure che tengano conto dei cittadini più colpiti proteggendoli di più", sottolinea il presidente riproponendo le misure di protezione degli anziani. Per quanto riguarda la Liguria, conclude Toti, "abbiamo già applicato da alcune settimane alcune delle cose previste dal Dpcm e dall'ordinanza Speranza: una sorta di coprifuoco a Genova, la chiusura di alcuni quartieri spezzini, regole ferree sulla vendita di alcolici. L'Rt è livemente sceso".

Lockdown generazionale? "Io sono per una serie di misure che tenga conto dei cittadini più colpiti. Li dobbiamo proteggere molto di più. Lo sto facendo per quanto mi è possibile, pagando loro i taxi, pagando le spedizioni della spesa a domicilio, chiedendogli di non uscire. Non posso non dire quello che vedo e che mi riporta la mia sanita' quotidianamente", spiega Toti. "Portare oggi i nipotini dai nonni è come lanciargli una bomba a mano in salotto, è qualcosa di totalmente insensato. Ripeto quello che vedo: il 40% ricoveri sono 75enni. il 90% dei morti riguarda i grandi anziani di questo Paese".

"Vogliamo dirlo e fare qualche cosa o continuiamo a chiudere le scuole di calcetto le palestre e le scuole frequentate da persone normalmente asintomatiche o poco sintomatiche che fanno il covid senza un problema e lasciamo che tutto il resto succeda come se non vedessimo i dati? Trovo che sia qualcosa di particolarmente assurdo oltre che essere un danno per il paese. Da giorni ho subito particolari improperi per un twitter magari non propriamente felice per una cosa che insisto da tempo a dire: il 90% delle vittime di questa maledetta malattia fa parte di una categoria ben precisa: gli ultra 75enni. Sto parlando del 90% dei morti", sottolinea il governatore ligure.

"Abbiamo segmentato questo Paese per aree geografiche, province, comuni e regioni, per penetrazione del virus, per 21 categorie di rischio diverse delle tabelline e ritengo qualcosa di molto insensato che non si sia segmentato per categorie di cittadini più esposti a rischio", conclude Toti. Nel frattempi verrà portata in Giunta venerdì 13 novembre la delibera nella quale saranno approvati i progetti strategici di Regione Liguria da finanziare con il Recovery Fund, il fondo messo a disposizione dalla Comunità Europea all'interno del più ampio pacchetto di aiuti concessi dalla Ue per affrontare le conseguenze connesse al Covid-19. In totale per la Liguria si tratta di una cifra che va dai 6/7 miliardi di euro messi a disposizione su un plafond complessivo di 209 miliardi per tutta Italia.