salute e medicina

Toti a Primocanale pensa a un capovolgimento del progetto
1 minuto e 59 secondi di lettura
Dalle parole del governatore Toti, ieri sera a Primocanale, esce una notizia che, se sarà confermata nei prossimi giorni, segnerà un capovolgimento nei piani del ben noto ospedale privato di Erzelli.


Spiega Toti che in questo drammatico frangente l’ospedale di Villa Scassi “con un comportamento eroico si è guadagnato i galloni di capofila nello sviluppo del progetto di Erzelli. Che sarà o una partnership con i privati, ma a prevalenza pubblica, o addirittura tutto pubblico”. Insomma la catastrofe della pandemia ha convinto la Regione a rivedere quel piano che assegnava interamente il nuovo ospedale di Erzelli a un gruppo privato, con il rischio paventato da molti medici genovesi, di creare doppioni soprattutto in materie in cui la sanità genovese (e ligure) sta rivelando eccellenze.

L’oncologia per esempio, la cardiologia, la neurologia, ma anche altre specialità. Il rischio era che i privati si beccassero le materie più redditizie, lasciando sulle spalle del pubblico il resto. Ieri sera Toti ha rivoluzionato la strategia, sottolineando che si tratta ancora di una fase di riflessione, che però l’indirizzo potrebbe essere questo. Un ospedale il Villa Scassi che diventa il capofila pubblico dell’operazione e un nuovo ospedale tecnologico pubblico-privato o esclusivamente pubblico che con il Villa Scassi crea un grande polo ospedaliero a Ponente, secondo polo sanitario dopo il Policlinico San Martino. Chi temeva che con il nuovo ospedale di Erzelli il vecchio Villa Scassi fosse ridotto a pronto soccorso e basta o quasi, può tirare un sospiro di sollievo. Sollievo anche per i cittadini di Sampierdarena e del Ponente che possono stare tranquilli sulla sorte del loro ospedale.

Tutto questo dovrà realizzarsi con una sanità territoriale che deve essere assolutamente rafforzata con il coinvolgimento dei medici di famiglia, le case della salute e le innovazioni tecnologiche come il fascicolo sanitario elettronico. Il vero problema che sta emergendo a tratti drammaticamente è che tutti finiscono al San Martino e intasano pronto soccorso e altri reparti. Anche coloro, e stando ai dati che ci comunicano sono tanti, che potrebbero essere curati e seguiti a casa. La cura a domicilio, che non può ricadere interamente sulla spalle dei massacrati medici di famiglia, deve diventare il primo polo sanitario della regione con i grandi ospedali specialistici a fare da baluardo dei casi complessi.