Il piano di emergenza per gli incidenti rilevanti dello stabilimento ArcelorMittal di Genova Cornigliano è scaduto. Lo denuncia, in una nota, la Fiom: "I rappresentanti della sicurezza sono stati costretti ancora una volta a enunciare alle autorità competenti l'ennesima situazione di rischio nello stabilimento- spiega il sindacato- un obbligo di legge previsto dalle normative sulla sicurezza in fabbrica ed in città è scaduto e, ad oggi, siamo in una situazione di rischio. La gestione aziendale sta degenerando, raggiungendo livelli insopportabili". Lungo l'elenco delle mancanze, secondo i rappresentati delle tute blu genovesi della Cgil: "Ormai non si spende più un centesimo per investire negli impianti e nella qualità del lavoro. Non si pagano gli affitti degli stabilimenti allo Stato, concordati in una gara internazionale. Sanificazione, strumenti di protezione individuale, manutenzione, pezzi di ricambio sono sempre più un miraggio e gli impianti si fermano, mandando poi in cassa integrazione altri lavoratori. Quanto è stato contrattato nell'accordo del 6 novembre 2018, viene disatteso in termini di occupazione e salario".
Si tratta di "una situazione incredibile, di cui il governo si rende complice. Un'azienda che perde quote di mercato verso altri produttori in cui la vicenda covid 19 c'entra sempre meno. Il governo sta trattando con chi non rispetta i patti e non fa niente per aumentare la produzione di acciaio. Il governo è succube delle speculazioni di Mittal. Basta trattative segrete, il governo ci convochi o la situazione diventerà ingestibile e conflittuale".
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