porti e logistica

La prima scelta resta il Carbonile ma l'ipotesi Messina non dispiace
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Spostarsi nell’ex carbonile Enel sotto la Lanterna o nell’area di Ponte Ronco, in una parte dell’attuale terminal Messina: entrambe le soluzioni sono giudicate con favore da parte di Superba, l’azienda che assieme a Carmagnani gestisce i depositi costieri di Multedo.

Noi cerchiamo attivamente soluzioni per la delocalizzazione – scrive l’azienda in una nota - e dal 2014 abbiamo seguito un percorso di approfondimento con le Istituzioni che ha identificato il carbonile dell’Enel e aree limitrofe, con approdo in calata Concenter come area adeguata e libera da fine 2020. Tale posizione offre una delle massime distanze dalle abitazioni disponibile in porto, di gran lunga superiore alle distanze richieste dalle più avanzate norme di sicurezza”.

Ma quell’area è particolarmente contesa: oltre a Superba (che ha presentato istanza all’Autorità Portuale nel 2017) anche il gruppo Spinelli punta al carbonile per ampliare l’operatività del proprio terminal. Per questo il Comune di Genova ha aperto ad altre ipotesi, l’ultima (e forse la più interessante) quella di un trasferimento dei depositi nell’area Messina, a Ponte Ronco. Opportunità che a Superba non dispiace.

Abbiamo presentato una integrazione alla nostra istanza del 2017 indicando che in alternativa e in subordine all’area Enel, ottimale e libera da concessioni da dicembre 2020, abbiamo anche interesse alla delocalizzazione a Ponte Ronco, soluzione anch’essa valida da un punto di vista tecnico e di accesso alla rete stradale e ferroviaria, purché tale area sia effettivamente disponibile”. Quest’ultimo è un dettaglio non secondario: per liberare l’area Messina è infatti necessario un indennizzo (LEGGI QUI), Superba chiarisce dunque che per prendere in considerazione il trasferimento a Ponte Ronco la concessione deve essere libera di vincoli. Un punto che potrebbe mettere a rischio l’intera operazione.

Che sia nei pressi dell’Enel o a Ponte Ronco – chiude il comunicato - Superba auspica ora un celere e serio processo di delocalizzazione. Ciò per rispetto verso i cittadini, i lavoratori e i clienti cui dobbiamo dare prospettive concrete e cui non possiamo più raccontare le storie che sentiamo da trent’anni sulla delocalizzazione”.