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Finalmente l'opposizione batte un colpo
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Eureka. Finalmente l’opposizione al neonato governo di centro destra della Liguria batte un colpo. Con una lettera molto articolata le liste sconfitte da Toti un mese fa chiedono di collaborare nella gravissima emergenza che stiamo vivendo. Senza risparmiare critiche anche durissime alla gestione sanitaria della Regione si mettono a disposizione per contribuire a affrontare il cataclisma dell’epidemia, che colpisce in modo esponenziale anche la Liguria. Le liste Sansa, del Pd e della Sinistra suggeriscono a Toti di non tenere per sé l’assessorato alla Sanità, ma di affidarlo a una persona capace e disponibile di impegnarsi massicciamente e totalmente in quel ruolo. E Toti risponde apprezzando lo spirito con cui la lettera è stata spedita.

Sono i primi segnali di un dialogo che in questo momento non è solo essenziale. E' vitale che si raccolgano tutte le forze, le competenze, le idee per fronteggiare un rischio mortale e non ci si incancrenisca da una parte all’altra nel gioco inutile delle polemiche. Ci sarà tempo per fare opposizioni “dure e senza sconti”, come gli slogan della politica recitano. Oggi bisogna resistere al covid 19. Bisogna salvare la pelle, la politica viene dopo. Ho scritto Eureka perché era ora che qualcuno si muovesse e uscisse dal pantano di contrapposizioni politiche che in tempi come questi, su un tema totalmente emergenziale come l’epidemia, sono una rovina.

L’opposizione in Regione viene da cinque anni di vuoto quasi totale, grazie al quale Toti e i suoi hanno stravinto le elezioni. Siamo arrivati all’allarme totale di oggi con una campagna elettorale totalmente deficitaria, nella quale il tema della possibile fase 3 dell’epidemia era quasi ignorata. Visto retrospettivamente il tempo elettorale è stato quasi completamente perso rispetto a quello che si è scatenato dopo. Non è una consolazione pensare che l’impreparazione, la sottovalutazione sono generali, in Italia e negli altri Paesi.

Si sapeva che una seconda ondata sarebbe arrivata, ma si pensava che fosse più morbida, tra annunci paranegazionisti e attese messianiche del vaccino. Non ricordo di avere letto e ascoltato, durante quella campagna elettorale anomala, in piena estate, durante una sorta di “liberi tutti”, piani dettagliati per prepararci a fare tamponi, per rinforzare la medicina territoriale, per preparare i pronto soccorso agli assalti cui assistiamo con sgomento oggi. O forse sono stato distratto?

Nè il governo uscente della Liguria, che pure aveva amministrato l’emergenza precedente e che avrebbe pagato dazio con la clamorosa sconfitta della assessora Sonia Viale, né i candidati a succedere hanno presentato piani, programmi, intenzioni precise sulla lotta a un virus che non stava semplicemente passeggiando, mentre il popolo scampato al lockdown riempiva spiagge, discoteche, stazioni di villeggiatura. Certo di sanità si parlava, ma come se l’epidemia fosse sullo sfondo e con uno scontro essenzialmente sul tema della sua privatizzazione, da implementare secondo Toti, da ridimensionare potentemente secondo Sansa.

Il terzo “incomodo”, il professor Massardo, non ha lasciato pagine memorabile sul tema. Non abbiamo visto progetti per il trasporto pubblico da riorganizzare, per il tracciamento da impostare dettagliatamente oltre alla oggi fallimentare app, per gli ospedali di emergenza e gli spazi da “bassa intensità” da allestire, per gli operatori sanitari da incrementare nel numero e nelle competenze. Sembravano, questi ed altri temi, oramai superati da un Covid, emigrato ad altre latitudini. Ma questa è la politica di oggi, leggera, superficiale, approssimata, fatta di programmi generici, di slogan, di battute, di flash, di tweet e dirette facebook.

Non è colpa di chi mette la faccia per correre: impegnarsi a amministrare o a opporsi, dipende dai tempi che viviamo. La conseguenza è che la più spaventosa delle emergenze che affrontiamo in questo terribile 2020 ci coglie impreparati. La politica non ci ha soccorso e il groviglio dei poteri e delle competenze regionali, nazionali ha aggravato tutto, come vediamo giorno per giorno, ora per ora, tra ordinanze, chiusure e Dpcm, una sopra l’altro. Per questo almeno la notizia di una possibile “collaborazione” tra governanti e oppositori qui in Liguria è un passo positivo, nel segno della responsabilità. Un piccolo passo nel labirinto dal quale nessuno esce da solo.