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Denaro, leggi e cittadini: la partita è tutt'altro che conclusa
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Dopo l’entusiasmo è ora di fare i conti con la realtà: la partita per lo spostamento dei depositi costieri da Multedo a Sampierdarena è tutt’altro che finita. La decisione della giunta dello scorso 24 settembre (LEGGI QUI) ha avuto l’effetto di trasferire il cerino nelle mani dell’Autorità di Sistema Portuale senza sciogliere tutti i nodi della questione che sono economici, tecnici e sociali.

Partiamo dal denaro. Quanto costerebbe spostare i depositi da Multedo a Sampiedarena e chi sosterrebbe questi costi? L’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo insediamento è assegnata in concessione al gruppo Messina che dovrà essere indennizzato per liberarla: si parla di una somma gigantesca, tra i 50 e i 100 milioni di Euro, ed è del tutto inverosimile che Carmagnani e Superba siano disposti a pagare. Con il risultato, quindi, che l’ipotesi del trasferimento possa tramontare prima ancora di sorgere. Anche perché l’Autorità Portuale o il Comune non hanno la possibilità legale (oltreché economica) di intervenire in prima persona: al massimo il commissario Bucci potrà utilizzare una parte del denaro ancora in cassa dall’emergenza Morandi per favorire la costruzione delle opere accessorie (per esempio in materia di viabilità) ma non certo per indennizzare i Messina. Ecco perché Carmagnani e Superba continuano a puntare all’area dell’ex Carbonile dell’Enel, sotto la Lanterna, per cui hanno presentato un’istanza: è lo stesso tratto portuale messo nel mirino dal gruppo Spinelli e al momento è libero.

Poi c’è la questione tecnica: i depositi costieri possono essere trasferiti nell’area individuata dal Comune? La decisione, per una questione di competenza, spetta all’Autorità di Sistema Portuale che dovrà adeguare il Piano Regolatore Portuale alle nuove esigenze. Per farlo, vista la vicinanza tra l’aeroporto e l’area in cui dovrebbero sorgere i nuovi depositi, sarà indispensabile il parere dell’Enac, l’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile: Carmagnani e Superba, infatti, sono considerati dalla legge ‘stabilimenti a rischio di incidente rilevante’ e il luogo in cui dovrebbero operare si trova proprio nel tratto finale del cosiddetto ‘sentiero di discesa’, cioè il corridoio utilizzato dagli aeroplani per atterrare al Colombo. L’opinione di Enac è indispensabile e vincolante: lo stesso ente era intervenuto, per esempio, sull’altezza massima della gru di banchina da installare al terminal Bettolo (LEGGI QUI), che è peraltro geograficamente più distante dall’aeroporto di quanto non sia l’area Messina.

Esiste, infine, un intricato nodo sociale: siamo proprio sicuri che i residenti di Sampierdarena e Cornigliano accetteranno senza combattere lo spostamento sul loro territorio dei depositi petrolchimici? La domanda è retorica e la risposta è ‘no’: anche su questo fronte si prevede una lunga e dura battaglia.