cronaca

Uno è stato denunciato per tentata truffa e violenza privata
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Sette tassisti genovesi rischiano la licenza per avere truffato i clienti. Lo annuncia il comando della polizia municipale di Genova spiegando che uno di loro, querelato da un cliente, è stato anche denunciato per tentata truffa e violenza privata.

Da inizio anno ad oggi, il reparto Pronto intervento della Polizia locale di Genova ha svolto 12 servizi di vigilanza sul rispetto delle norme contenute nel Regolamento per il servizio pubblico di taxi. A seguito dei controlli sono emerse 20 situazioni irregolari e nell'ambito di queste sono 30 le violazioni al regolamento spiega una nota. "Ben 7 di queste sono gravi, come, ad esempio, arbitraria libertà di contrarre, predeterminazione del corrispettivo della corsa, mancato utilizzo del tassametro, alterazione delle tariffe, tali da comportare la segnalazione all'Ufficio Autopubbliche per la successiva sospensione di licenza" spiega il Comune.

Tutti e 7 i casi avevano le caratteristiche del reato di truffa, perseguibile, però, solo dietro denuncia di parte. Le parti offese non hanno ritenuto di procedere a querela. Proprio grazie alla querela sporta da un utente ed alle conseguenti indagini svolte dal Pronto Intervento nel mese di luglio il personale del reparto ha denunciato all'autorità giudiziaria un tassista per tentata truffa e violenza privata ed un altro per truffa. Sulla base dei risultati dei controlli, è emersa l'opportunità di proseguire nell'attività di controllo per contrastare questi comportamenti che, oltre ad avere rilevanza civile/penale, "hanno forti ricadute negative sull'immagine della città sempre più rivolta ad una vocazione turistica del territorio, anche per garantire tutti quei tassisti che svolgono in modo impeccabile il servizio da piazza".

Particolare attenzione sarà rivolta a quei luoghi interessati da maggior flusso di pendolari, turisti e viaggiatori, come l'aeroporto e le principali stazioni ferroviarie. Proprio in questi luoghi, infatti, avvengono più frequentemente i raggiri operati nei confronti dell'utente, spesso perpetrato tramite una raffigurazione distorta delle tariffe fisse approvate dalla Giunta comunale.