cronaca

Da Autostrade per l'Italia sono arrivate le scuse
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Piove anche se in cielo non ci sono nuvole sulle abitazioni che si trovano subito sotto il viadotto Bisagno. Cemento, pietre e pezzi di catrame. I residenti delle palazzine nei pressi delle Gavette al loro risveglio si sono ritrovati un po' di tutto nei giardini e nei tetti delle case. Ancora una volta gli abitanti fanno i conti con quello che accade sul ponte che si trova proprio sopra le loro teste.

Negli scorsi giorni un giunto stava creando non pochi problemi di rumore, ogni qualvolta passava un mezzo pesante o anche semplicemente un'auto una sorta di triplice sparo rimbombava nella zona. "Li chiamavamo gli spari di Baghdad - spiega Chiara Ottonello, portavoce del Comitato abitanti sotto il ponte Bisagno -. Abbiamo attivato in primo luogo il municipio che poi si è mosso per segnalare la situazione. Per tutta la giornata di giovedì e la notte tra lo stesso giovedì e il venerdì i tecnici incaricati da autostrade si sono messi al lavoro, hanno chiuso una corsia dell'autostrada per cercare di risolvere una volta per tutte il problema causato da giunto.

"La mattina c'erano degli addetti vicino alle nostre abitazioni che segnalavano e ci dicevano di spostarci, di notte nessuno. Per tutta la notte abbiamo sentito questa pioggia continua". Al risveglio la sorpresa. E non è certo la prima volta per i residenti di queste palazzine. Da tempo hanno segnalato il pericolo di stare sotto al viadotto sul Bisagno e da tempo raccontano i disagi che puntualmente si verificano a cadenze temporali a causa della presenza dell'ingombrante tratto autostradale che li sovrasta. Oggi l'ennesimo caso, in passato erano stati giunti, pezzi di grondaia e altri materiali di lavoro.

Da Autostrade per l'Italia sono arrivate le scuse nei confronti dei residenti per la caduta "di piccoli residui di lavorazione, avvenuta in seguito a un intervento volto a ridurre la rumorosità del giunto sulla carreggiata in direzione Genova" dopo la segnalazione dei residenti stessi. I tecnici di Autostrade sono intervenuti eseguendo "un’attività di ulteriore pulizia" e di fatto risolvendo il problema del giunto. Le scuse ok, sono arrivate, ma di certo la pericolosità dei pezzi residui di lavorazione, seppur piccoli, che cadono da tale altezza non è trascurabile.

Per il ripetersi di queste situazioni in passato dai residenti è partita una lettera di messa in mora verso Autostrade. Da tempo chiedono di poter essere trasferiti da quelle case. Dopo la tragedia del Morandi la preoccupazione è aumentata a dismisura. "Anni fa il Comune di Genova aveva messo delle panchine sotto al viadotto, poi dopo alcuni mesi erano state tolte a causa della pericolosità di sostare sotto un ponte da cui può cadere qualsiasi cosa. Sostare no, ma lasciarci abitare sì. Questo dovrebbe spiegarcelo, Il pericolo è sempre lo stesso" spiegano dal comitato. Insomma il pericolo resta e i cantieri anche. Nelle prossime settimane dovrebbe partire un importante lavoro di messa in sicurezza del viadotto. Lavori che dovrebbero durare 42 mesi.

Le operazioni di manutenzione prevedono, oltre al ripristino conservativo dell'intera struttura, la sostituzione dei giunti, il rinnovamento dell'impianto di smaltimento delle acque meteoriche e l'adeguamento delle barriere di sicurezza. Prima dell'avvio del cantiere, verrà installata su tutta la struttura una doppia protezione in rete anticaduta e antipolvere, come barriera contenitiva per la caduta accidentale di oggetti e per limitare al massimo la dispersione delle polveri. Per ora i lavori ufficialmente non sono ancora partiti, prima c'è da risolversi una questione legata ai parcheggi sotto i piloni del ponte. La questione sembrerebbe aver fatto ritardare la partenza delle operazioni. Autostrade, il Comune di Genova, Aster e i residenti stanno portando avanti la trattativa utile a trovare una soluzione. Poi il lavoro potrà partire, con le reti protettive a evitare che la caduta di materiali da lavoro si ripeta. Intanto a settembre dovrebbero arrivare anche le centraline Arpal che avranno il compito di monitorare polveri e inquinamento acustico.