
Distante soltanto qualche chilometro, più a nord, c'è la vallata di tutti i giorni. Una via, quella che taglia l’ex comunità industriale San Quirico, borgata rivolta alla Madonna della Guardia, deserta per la riparazione di imponenti tubature causa di ripetuti allagamenti per un voltino ferroviario in sponda sinistra del torrente Polcevera riaperta in queste ore dopo settimane di sofferenze. Dopo l'ossigeno degli ultimi tre mesi, giunto dalla spesa sotto casa, in piena pandemia, innumerevoli le botteghe locali che in quella via stanno facendo i conti con la definitiva chiusura: “Viviamo sul passaggio e tre mesi senza auto sono stati la mazzata finale”.
Ancora un po’ più in alto, la triste vicenda della strada di Santa Marta. Un tracciato in sponda destra del rio Verde, fondamentale per Ceranesi, municipio di competenza, e Campomorone. Nel mezzo della messa in sicurezza del sovrastante versante, con relativo allargamento della vecchia carreggiata, a carico di Cociv, un crollo autunnale di circa 100 metri ha rallentato pesantemente qualsiasi progetto di riapertura con moltiplicazione dei costi. La svolta grazie alla rinuncia del sindaco di Campomorone che ha investito lì un milione e mezzo di euro destinati a un park interrato nella piazza principale del proprio paese.
Una cifra superiore a metà dell'importo per il ripristino della frana del territorio confinante. A Santa Marta, la verità è una sola una: dopo quasi nove mesi, per la strada sul Verde, nessuna data di riapertura è stata partorita, e comunque, non sarà inferiore a ulteriori due anni.È sempre Valpolcevera come quella del Ponte. Questa, la vera. A dirlo a Primocanale sindaci e amministratori del territorio che denunciano ulteriori urgenze: sanità, parcheggi, promozione, lavoro.
IL COMMENTO
AI Act e le Linee Guida UE: cosa cambia per le imprese e i cittadini?
Urgente intervento per scongiurare il caos nel sistema assistenziale