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Il rilascio è avvenuto con la partecipazione anche del Wwf
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Trecentina e Camilla-Regina, due esemplari di tartaruga marina della specie Caretta caretta curati presso l'Acquario di Genova sono tornati al mare. Le tartarughe sono state liberate stamane sul tratto di lido demaniale in uso all'Esercito Italiano in Corso Italia, Genova. Per Camilla-Regina, in particolare, l'affidamento nei mesi precedenti prima all'Acquario di Livorno e poi in quello di Genova e' stato concesso dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana e l'Osservatorio Toscano per la Biodiversita' di Regione Toscana.

Il rilascio è avvenuto con la partecipazione anche del WWF con cui l'Acquario di Genova ha da poco siglato un accordo quadro che prevede la realizzazione di attivita' di ricerca, divulgazione e conservazione di specie marine, specialmente nell'ambito del Santuario Pelagos. All'evento erano presenti, tra gli altri, Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, Giuseppe Costa, presidente e amministratore delegato di Costa Edutainment, il colonnello Gianfranco Francescon, comandante del Comando Militare Esercito "Liguria", i rappresentanti della Capitaneria di Porto di Genova con una motovedetta che ha presidiato il tratto di mare antistante il punto del rilascio e il Maggiore Gordon Cavalloni del Nucleo Carabinieri CITES Genova.

L'iniziativa si inserisce nella campagna GenerAzioneMare grazie alla quale il WWF, coinvolgendo enti, ricercatori, cittadini, pescatori, e aziende, difende il Capitale Blu del Mediterraneo. Camilla-Regina era stata ritrovata il 10 dicembre 2018 dalla Capitaneria di Porto di Livorno, spiaggiata a Marina di Bibbona: era in grave stato di disidratazione, coperta di sedimento sabbioso e presentava una ferita tra la testa e la mandibola, subito dietro l'occhio destro. L'esame radiografico ha confermato una frattura in corrispondenza della ferita. Vista la gravità del quadro clinico il 6 febbraio 2019, in accordo con la Regione Toscana, Camilla-Regina è stata trasferita all'Acquario di Genova.

Al momento del ritrovamento, l'esemplare, presumibilmente femmina, pesava 18 chilogrammi e misurava 56 centimetri di larghezza e 49 di lunghezza del carapace. Dopo un lungo periodo di degenza, grazie all'impegno e alle cure ricevute dallo staff di Costa Edutainment, la frattura e la ferita si sono rimarginate e Camilla-Regina, con un peso attuale di 31 chilogrammi e una dimensione di 60 cm di larghezza e 53 cm di lunghezza del carapace, ha pienamente recuperato lo stato di salute e ha potuto tornare in mare. Trecentina invece era stata recuperata il 12 ottobre 2019 dalla Capitaneria di Porto di Genova, mentre galleggiava in stato di difficoltà a pochi metri dalla diga foranea del porto cittadino, in seguito alla segnalazione di un diportista.

Affidata allo staff dell'Acquario di Genova, è stata sottoposta ai controlli veterinari che hanno trovato delle lesioni piuttosto importanti sul carapace. Al momento dell'arrivo misurava 50 centimetri di lunghezza e 43 centimetri di larghezza del carapace per un peso di 22 chilogrammi. In questi mesi, ha ricevuto dallo staff della struttura le cure che le hanno consentito di rimarginare le ferite e tornare in piena salute. Oggi pesa 29 chilogrammi e ha una dimensione di 58 centimetri di larghezza e 53 centimetri di larghezza del carapace.

L'Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per l'ospedalizzazione delle tartarughe marine della specie Caretta caretta (in accordo Stato-Regioni). Nel 2017, ha ricevuto, insieme all'Acquario di Livorno, il riconoscimento per questa attività dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio; entrambe le strutture gestite da Costa Edutainment operano in collaborazione tra loro e con le autorita' locali per garantire ad ogni individuo uno stato di salute consono al ritorno in mare. A tale riguardo, è in vigore un protocollo di intesa tra Acquario di Genova e Direzione Marittima della Liguria che definisce la collaborazione tra le due realtà per gli interventi in casi di recupero di fauna marina in difficoltà. Ma non tutte le storie di soccorso sono a lieto fine.

Tra le principali cause di ricovero, interferenze con gli strumenti da pesca, principalmente palamiti (e' frequente la presenza di ami nella cavità boccale o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca) o alle reti (possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali); ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; l'impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo (più di rado altrove), a volte letali; patologie varie e traumi, sopracitati, che provocano lo spiaggiamento dell'animale (la tartaruga marina si spinge sul litorale esclusivamente per deporre le uova, ma non sono mai stati segnalati casi di riproduzione sulle spiagge della Liguria); sversamenti o presenza di petrolio.