I giudici della corte d'appello di Genova hanno accolto la richiesta di patteggiamento a 3 anni dell'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi, nel processo d'appello bis per l'alluvione del 2011 che causò la morte di sei donne, di cui due bambine. Vincenzi era stata condannata in primo e secondo grado a 5 anni, per disastro e omicidio colposo plurimo e falso, ma la Cassazione aveva rinviato a un processo bis di secondo grado per ricalcolare le pene. Hanno patteggiato 3 anni e 4 mesi Gianfranco Delponte e l'ex assessore Francesco Scidone, 2 e 4 mesi Pierpaolo Cha.
Delponte e Scidone in secondo grado avevano preso rispettivamente 2 anni e 9 mesi e 2 anni e 10 mesi, mentre Cha 4 anni e 4 mesi in appello. L'ex coordinatore dei volontari di Protezione Civile, Roberto Gabutti, che era accusato di falso e calunnia, e che era stato assolto in primo grado, ha patteggiato una condanna a sei mesi (in secondo grado era stato condannato a 8 mesi). L'unico che non ha trovato l'accordo è stato il dirigente comunale Sandro Gambelli che è stato condannato a due anni con la condizionale. Per lui il procuratore generale aveva proposto un patteggiamento a 10 mesi che i suoi legali hanno rifiutato (in secondo grado aveva preso due anni e 10 mesi).
Coi patteggiamenti gli imputati eviteranno il carcere e potranno chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali. Secondo la Cassazione, il Comune era impreparato e inerme. "La macchina allestita fu colposamente insufficiente e inefficiente", avevano scritto gli Ermellini. Quando si celebrerà l'appello bis, e si "andrà a riquantificare la pena non si potrà non tener conto che il contemporaneo impegno a Eurocities ha reso alla Vincenzi più complessa la gestione dell'emergenza e ne attenua la responsabilità rispetto a altri soggetti". A febbraio i familiari delle sei vittime hanno ricevuto i risarcimenti da parte del Comune di Genova e sono usciti dal processo.
L'assicurazione aveva preso tempo e dopo mesi di trattative ha pagato quanto dovuto. L'ex prima cittadina per la Cassazione è colpevole di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e di una delle ipotesi di falso: quella sulla presenza di un volontario della protezione civile a guardia del rio Fereggiano. Ma erano cadute altre accuse di falso come quella che riguardava la falsificazione dell'orario di esondazione del corso d'acqua.
"Non sono d'accordo non tanto sul computo della pena, che sconterò assolutamente in tutto e per tutto. Ma non sono d'accordo su come è stato celebrato il processo perché profondamente ingiusto: non c'è verità né giustizia. Per questo, ho fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo ed è stato accettato", ha svelato all'agenzia Dire l'ex sindaco di Genova, Marta Vincenzi, pochi minuti dopo la condanna a tre anni nel processo d'appello bis per l'alluvione del novembre 2011. "Non ho patteggiato. Il patteggiamento è un istituto diverso che viene attuato all'inizio del processo, per accorciarlo o garantire un 30% di sconto della pena. Avevamo escluso il patteggiamento all'inizio di questo percorso perché eravamo convinti che la verità sarebbe emersa", ha concluso Vincenzi.
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Alluvione Genova, col patteggiamento Vincenzi e Scidone evitano il carcere
Si apre la porta dell'affidamento in prova ai servizi sociali
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