cronaca

La targa in ricordo in Salita Santa Brigida
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Era l'8 giugno del 1976 quando le Brigate Rosse uccisero a Genova il procuratore generale della Repubblica Francesco Coco, e gli uomini della sua scorta, il brigadiere di pubblica sicurezza Giovanni Saponara e l’appuntato dei carabinieri Antioco Deiana.


Sono passati 44 anni da quel giorno di inizio giugno. L'attentato venne compiuto alle 13.38 quando Coco, Saponara e Deiana furono uccisi a colpi di rivoltella e mitraglietta Skorpion nei pressi dell'abitazione del procuratore in Salita Santa Brigida, una traversa di via Balbi. Una targa oggi posta proprio in Salita Santa Brigida ricorda quell'assassinio. Di fatto quell'avvenimento segnò l'epoca del terrore in Italia, fu infatti tra i primi omicidio compiuti e rivendicati dalle Br in Italia.

Perchè venne ucciso il procuratore Coco? Il magistrato nel maggio del 1974 si oppose al rilascio degli otto detenuti ex-militanti del Gruppo XXII Ottobre per la liberazione del giudice e amico Mario Sossi (sequestrato dalle Br), dopo che la Corte d'Assise d'Appello di Genova aveva dato parere favorevole.

La Corte d'appello, presumibilmente d'accordo con il giudice Coco, dispose per il rilascio a condizione della "stabilita incolumità del giudice Sossi". Invece, il giudice Coco, una volta verificata la liberazione del collega Sossi, impugnò in Cassazione la decisione di liberazione sostenendo che Sossi non era esattamente incolume ma riportava delle leggere contusioni e impedì di fatto il rilascio dei Brigatisti.

A quel punto tra le file delle Br venne presa la decisione dell'attentato che si compì la mattina dell'8 giugno. I responsabili materiali non furono mai individuati. L'attentato venne rivendicato da alcuni militanti brigatisti nel corso di un processo in corso a Torino, fra questi vi erano Prospero Gallinari e Renato Curcio. Il magistrato Mario Sossi, nato a Imperia, è invece morte lo scorso 6 dicembre a Genova all'età di 87 anni.