cronaca

Assemblea a partire dalle 7 davanti ai cancelli dello stabilimento
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Sciopero confermato lunedì prossimo, 18 maggio, con assemblea a partire dalle 7 davanti ai cancelli dello stabilimento ArcelorMittal di Genova durante la quale saranno decise le iniziative di mobilitazione, tra cui un eventuale corteo. E' quanto comunica la Fiom Cgil di Genovadopo l'incontro in Prefettura, chiesto da Fim Fiom Uilm sulla situazione in ArcelorMittal, tavolo al quale hanno preso parte anche il sindaco Marco Bucci e il presidente della Regione, Giovanni Toti.

Per la Fiom Cgil l'azienda sta utilizzando impropriamente
e illegittimamente la cassa integrazione Covid 19. "Lunedì mattina tutti davanti ai cancelli, con mascherine e nel rispetto delle distanze di sicurezza, intanto la Prefettura insieme agli enti locali chiederanno al governo di intervenire sull'azienda, che sfrutta questa situazione di difficoltà più legata alle sue prospettive industriali che non al fatto che ci siano o meno ordini", spiega all'Adnkronos Bruno Manganaro, segretario genovese della Fiom.

"A noi risulta che l'azienda gli ordini li abbia e si potrebbe andare alla riduzione della cassa. In più si utilizza una cassa illegittima: non c'entra niente la cassa per covid, che cosa meno all'azienda mentre molti lavoratori in busta hanno ricevuto 750 euro questo mese", sottolinea Manganaro. Lunedì ci sarà un nuovo incontro in Prefettura a Genova con sindacati, istituzioni e i rappresentati dell'azienda.

La Fiom Cgil chiede con un esposto a Inps e Ispettorato del Lavoro di intervenire su ArcelorMittal perché ritiene che l'azienda stia commettendo "soprusi" nella gestione della cassa integrazione Covid 19 che nel siderurgico di Taranto coinvolge più di 3000 addetti. La Fiom riferisce che, "in data 14 maggio, ArcelorMittal, a distanza di pochi giorni dalla ripartenza di alcuni impianti, ha comunicato alle organizzazioni sindacali il fermo degli stessi impianti senza una giusta causa e utilizzando impropriamente la cassa integrazione scaricando il costo del lavoro verso l'istituto previdenziale", ha evidenziato Manganaro.

"Dopo un percorso condiviso sulla ripartenza del sito di Cornigliano nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, che ha visto lo stabilimento tornare alla produzione in tempi rapidi fino a determinare un numero di 650 lavoratori impiegati sui tre turni sui 1000 totali, l’azienda inspiegabilmente ha voluto fare retromarcia con una forzatura sulla prosecuzione e ampliamento dei numeri della CigoCovid. Abbiamo chiesto con forza a Prefetto e alle istituzioni di intercedere per avere con un incontro con il Ministro Patuanelli per capire con l’azienda quale è il vero piano strategico e un incontro con l’azienda in sede della Prefettura nella giornata di lunedì per dirimere la problematica della prosecuzione della Cigo, ricordando a tutti che noi siamo rimasti all’accordo del 6 settembre 2018 che dava un futuro industriale continuità produttiva rispettando le ambientalizzazioni”, spiega Alessandro Vella, segretario generale della Fim Cisl Liguria.