È questione di giomi, se non di ore, il confronto decisivo tra Vincenzo Spadafora, ministro delio Sport, e Gabriele Gravina, presidente della Figc, per decidere il futuro della Serie A, sospeso tra chiusura definitiva e ripresa a tappe forzate. I nodi da sciogliere non sono pochi, almeno tre.Per prima cosa c'è un problema di natura morale, dal momento che i calciatori dovranno essere sottoposti a una grande quantità di tamponi ed esami sierologici, proprio nel momento in cui i cittadini comuni hanno enormi difficoltà ad accedere a questi test decisivi per l'immediatezza delle terapie e quindi per la stessa sopravvivenza.
Il secondo dilemma riguarda i provvedimenti di adottare in caso di nuova positività? I calciatori contagiati dovranno essere fermati e messi in quarantena, il che porterebbe a un nuovo e definitivo stop della stagione anche se, in caso di doppi controlli teorici, la quarantena potrebbe essere evitata.
L'ultima questione è di natura legale e riguarda l'attribuzione della responsabilità civile e penale di eventuali situazioni critiche: i responsabili, per la legge, in questo modo sarebbero i presidenti e i medici del club. Un fardello che non tutti sono disposti ad accollarsi.
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