
Inizia a delinearsi come dovrebbe essere l'esame di Stato 2020: sarà a partire dal 17 giugno, con la formula, ormai confermata, del maxi orale, che la ministra dell'Istruzione vorrebbe si facesse in presenza, a scuola, davanti alla commissione interna ad eccezione del presidente esterno.
A preoccupare gli studenti è il fatto di non essere abbastanza preparati sul programma di quest'anno, già accorciato a causa del passaggio alla didattica online, e sono dubbiosi sulle modalità di valutazione degli ultimi mesi. "Ci sono ragazzi bravi a scuola che sono stati penalizzati dalle interrogazioni orali via web, mentre altri sono riusciti ad avere voti più alti di loro ricorrendo a qualche trucchetto", spiega Margherita in quinta al liceo genovese D'Oria. "La domanda che ci facciamo tutti è questa: serve davvero la valutazione di questi mesi per arrivare all'esame?".
IL COMMENTO
Il nuovo Papa mantenga lo sguardo di Francesco sui detenuti
Il lavoro al centro della battaglia elettorale, ma Genova non ha bisogno di promesse