cronaca

Il dottor Picci: "Situazione simile al post crollo Morandi ma perdurato nel tempo"
2 minuti e 50 secondi di lettura
Il 30-35% delle persone, secondo dati internazionali e delle prime ricerche in Italia, avranno o hanno riferito di avere sintomi correlati all'isolamento come ansia, insonnia, aspetti da stress post traumatico e in percentuale più bassa disturbi depressivi. L'emergenza Coronavirus lascia i suoi segni anche sotto l'aspetto psicologico. Il fatto di essere obbligati o quasi a restare in casa da ormai quasi due mesi e il distanziamento sociale non sono certamente situazioni prive di conseguenze.

"L'isolamento sociale sta incrementando il malessere psicologico delle persone, ci aspettiamo una crescita di casi. Il territorio dovrà essere preparato ad accogliere un aumento delle richieste di aiuto che si sta già manifestando anche in maniera cospicua - spiega Rocco Luigi Picci, direttore Salute Mentale distretto 10 Asl3 - . Uno studio italiano ci dice che su circa 500 persone intervistate 8 italiani su 10 sono molto stressati e il 10% sono già al livello di guardia".

Il medico spiega ancora quali aspetti vengono colpiti maggiormente e come si manifestano: "La patologia ansiosa, quella depressiva e in particolare tutte le problematiche legate al sonno stanno avendo un impatto importante. Quello che sta capitando si può configurare come un disturbo post-traumatico da stress, soprattutto per gli operatori sanitari. In generale si ripresenta la situazione post crollo ponte Morandi, in termini tecnici si parla di un disturbo dell'adattamento che si ripercuote sul comportamento, sull'emotività e sull'umore. Si tratta di un fattore stressante che si sta prolungando nel tempo e rispetto al quale non vediamo una conclusione" precisa Picci.

A soffrire maggiormente le conseguenze in una regione come la Liguria con i più alti tassi di anziani d'Europa sono proprio gli Over 65 che non solo coloro i quali sono maggiormente colpiti dalle conseguenze sanitarie legate alla diffusione del Coronavirus ma che devono fare i conti con, appunto, i danni di natura psicologica: "Fattori come l'esposizione ai lutti che hanno colpito familiari o conoscenti, la solitudine, le disabilità e altri predispongono particolarmente la persona anziana al rischio di cadute depressive" precisa Picci.

Ma fattori di rischio non mancano nemmeno nei più giovani che da inizio emergenza trascorrono ore e ore a casa. Proprio gli adolescenti sono quelli che aspettano con ansia la fase 2 e quella che loro vedono come una sorta di riconquistata libertà. Ma anche in questo caso i rischi di cadute depressive non mancano ma anche un altro aspetto non certo da sottovalutare come spiega il direttore di Salute Mentale di Asl3. "Gli adolescenti hanno dovuto rinunciare a tutta una serie di abitudini, all'attività sportiva, agli incontri sociali. Il problema sarà quello di prestare particolare attenzione a quel senso di onnipotenza che riguarda proprio gli adolescenti che si sentono esenti dai rischi. Anche le notizie sul Covid-19 che colpisce la popolazione anziana può alimentare ulteriormente questo senso di onnipotenza, qui è importante il ruolo della famiglia e una corretta ed equilibrata informazione proprio per evitare attacchi di panico o altre tipologie di rischi" conclude Picci.


In Liguria sono stati predisposti da inizio emergenza alcuni numeri proprio per aiutare sotto questo profilo. In Asl 3 Genovese c'è lo 010-84.97.237 dove di fatto una serie di operatori specializzati fanno da filtro e reindirizzano in base alle situazioni. Dal 23 marzo sportello telefonico per disabili e le loro famiglia ai numeri 010-84.95.501 e 010-84.95.503. E ancora il numero verde per ascolto persone anziane al 800.098.725.