Anche nella casa circondariale di Genova Marassi i colloqui coi familiari si fanno in videochiamata: via Whatsapp o via Skype, la tecnologia è venuta in soccorso ai detenuti che nel rispetto delle norme del decreto per l'emergenza Coronavirus hanno dovuto sospendere quelli di natura fisica. "Grazie alla comunità di Sant'Egidio e alla donazione di una compagnia telefonica, siamo riusciti ad entrare in possesso di alcune schede telefoniche e di cellulari", ha spiegato la direttrice Maria Milano a Primocanale. "Stiamo facendo il possibile, anche perché non vogliamo fa soffrire le famiglie".
"Con questo sistema li stiamo mettendo in contatto anche con i loro avvocati, con gli operatori di salute mentale o con il Sert in base alle esigenze di ognuno". Stop anche alla scuola, mentre non si sono fermati gli esami universitari, che avvengono sempre in via telematica. "Stiamo anche valutando di allestire qualche lezione con le stesse modalità". Nel frattempo, c'è una stretta collaborazione con tutti gli enti sanitari.
Un grande lavoro da parte della direzione e degli agenti di polizia penitenziaria, specialmente dopo la tensione dei primi giorni. Non bisogna dimenticare, infatti, i disordini avvenuti all'interno delle carceri italiane tra il 7 e il 9 marzo, proprio quando a livello nazionale sono state sospese in via definitiva le visite dei familiari per scongiurare il pericolo di possibili contagi all'interno delle strutture, spesso sovraffollate.
A Marassi, fortunatamente, dove questo provvedimento era in vigore già da qualche giorno, le proteste si sono limitate a urla, stoviglie sbattute e qualche lenzuolo in fiamme (IL RESOCONTO). Ma adesso la situazione è migliorata, anche se "per alcuni è difficile capire la gravità della situazione, soprattutto perché si tende a guardare al proprio particolarismo", spiega ancora la dottoressa Milano. A testimoniarlo sono aggressioni come quella avvenuta all'interno del carcere di Sanremo, dove un detenuto ha preso a pugni un agente durante l'ora d'aria nel campo da calcio della struttura (LEGGI QUI).
Le precauzioni adottate, intanto, sono diverse: mascherine per tutto il personale e un triage di accesso che prevede la misurazione della temperatura. "Un grazie di cuore agli agenti che fin da subito hanno risposto molto bene con il massimo del loro impegno", ha voluto sottolineare la direttrice. Tutto è rivolto a limitare il più possibile i contatti con l'esterno, anche per questo a coloro che si trovavano a regime di semilibertà è stato concesso di rimanere a casa.
cronaca
Coronavirus, nel carcere di Marassi i colloqui e gli esami universitari si fanno via Skype
Una situazione nuova e delicata da gestire: ecco tutte le misure adottate
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