cronaca

“Qui non esiste l’autocertificazione, stanno iniziando i primi controlli ma non è ben chiaro come vengano assegnate le multe"
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 C’è chi questa quarantena la sta vivendo in un altro paese, lontano da casa. È il caso ad esempio di Chiara Cannata, giovane genovese che da qualche anno vive e lavora a Brighton. In Inghilterra la situazione è cambiata soltanto negli ultimi giorni, dopo diversi tentennamenti da parte del governo. "Da 5 giorni siamo in lockdown”, spiega Chiara in collegamento Skype su Primocanale. “Questo significa che si può uscire solo per fare la spesa, per comprare medicinali e per fare attività sportiva oltre che a lavorare, a meno che non lo si possa fare da casa”. Ad un primo sguardo come in Liguria e in Italia. “Qui non esiste l’autocertificazione, stanno iniziando i primi controlli ma non è ben chiaro come vengano assegnate le multe e con che criterio, per cui ci sono ancora persone che magari riescono ad andare a casa di amici”.

A livello psicologico, anche nel Regno Unito si è arrivati alla fatidica corsa ai supermercati. "A livello di percezione, sembra che cambi in base alle generazioni: i più indisciplinati sono gli anziani che anche negli ultimi giorni affollavano i supermercati e tra gli scaffali si perdevano in chiacchiere senza rispettare le distanze di sicurezza o si litigavano per la carta igienica", prosegue Chiara nel suo racconto. “I giovani invece già da alcune settimane avevano smesso di uscire e si erano già messi quasi in isolamento volontario dopo essersi informati attraverso i social e il web”.

Adesso la preoccupazione per chi vive all’estero è se si potrà tornare facilmente o meno nei prossimi mesi in Italia. “Adesso l’unico modo è prendere un volo Alitalia che atterra solo a Roma, da lì poi si raggiunge casa e bisogna fare due settimane in isolamento”, conclude Chiara. “Ma si vocifera di un possibile stop ai voli e questo ovviamente è preoccupante, mi auguro proprio che si riesca a mantenere la possibilità di tornare nel proprio paese”.