cronaca

Medici, infermieri, operatori sociali chiedono un posto in cui dormire lontano dalla famiglia
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Albergatori e Arcidiocesi al fianco del Comune di Genova per dare ospitalità al personale più a rischio: medici, infermieri, operatori sociali che chiedono un posto in cui dormire lontano dalla famiglia, per evitare di essere veicolo inconsapevole di infezione da Coronavirus. Il sindaco Marco Bucci ha scritto una lettera all'assessore alla Protezione civile della Regione Liguria, Giacomo Raul Giampedrone, nella quale chiede se, sulla base delle norme in vigore per l'emergenza sanitaria in atto, sia possibile prevedere un'eventuale spesa per ospitare, in strutture alberghiere che si rendano disponibili, il personale sanitario che opera negli ospedali del Comune di Genova. “Potrebbe essere molto utile – scrive il sindaco – oltre che estremamente opportuno sotto il profilo della salvaguardia della salute della cittadinanza”.



“L'esigenza – sottolinea il consigliere delegato alla Protezione civile del Comune di Genova, Sergio Gambino – è stata avanzata da alcuni medici e infermieri e l'amministrazione comunale ha lavorato nell'ultima settimana per organizzare una call insieme all'Associazione Federalberghi. Alla chiamata hanno risposto moltissime strutture che si sono dette disponibili ad ospitare il personale sanitario. Ora dobbiamo capire come procedere dal punto di vista operativo, di concerto con l'assessorato alla Sanità della Regione Liguria. La nostra volontà è di dare una risposta concreta alle richieste di una parte di popolazione che in questa difficile situazione è in prima linea. A questo proposito aggiungo che avremo anche la disponibilità di ulteriori 14 appartamenti di proprietà del Comune a Quarto. Si tratta di alloggi già arredati, alcuni dei quali avevano ospitato gli sfollati del ponte Morandi”.


Per quanto riguarda l'arcidiocesi, dopo la richiesta avanzata dall'assessore ai Servizi Sociali Francesca Fassio, il cardinale arcivescovo Angelo Bagnasco ha messo a disposizione del Comune, attraverso la Caritas diocesana, la casa di accoglienza del seminario, in salita Cavallo 104. La struttura, che è separata dal seminario, può ospitare circa cinquanta persone in piccole stanze indipendenti, ciascuna dotata di bagno. “Nei giorni scorsi ho ricevuto tante telefonate da parte di operatori dei servizi sanitari e sociali, preoccupati di dover tornare a casa dalle famiglie, dopo il lavoro. Con la paura di poter mettere a rischio la salute dei propri cari: nessuno si è preoccupato di sé, ma dei propri figli, coniugi e soprattutto genitori, oltre che della paura più generale di aumentare comunque i contagi – spiega l'assessore Francesca Fassio -. Da lì l’idea di cercare situazioni adeguate e di condividere il problema con sua eminenza l'arcivescovo Angelo Bagnasco, che ringrazio di cuore per averci detto subito sì”.

"Un segno concreto - dichiara l'arcivescovo Angelo Bagnasco - che si unisce ad altri segni di vicinanza e di sostegno messi in atto dall'Arcidiocesi e dalla Chiesa che è in Italia in questo tempo di prova per l'intero Paese, uniti alle iniziative di preghiera per i malati e per chi li assiste quotidianamente con impegno e professionalità". Oggi l'assessore farà un sopralluogo: la struttura è già pronta, ma bisogna allestire – e sarà fatto in tempi brevissimi – un servizio di portierato.