cronaca

L'annuncio del premier Conte per un decreto choc
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Il campionato di calcio di serie A si ferma, ma non sarà solo in questa 'resa' di fronte all'avanzata del coronavirus: lo sport italiano ha deciso di farlo tutto insieme, fino al 3 aprile. Aveva chiesto però che a mettere timbro su questa decisione fosse un nuovo decreto del governo, che è arrivato in serata e in vigore da martedì 10 marzo. Erano stati lo stesso Malagò e i presidenti federali, riunitisi al Foro Italico dopo la surreale domenica del pallone a porte chiuse e mascherine sul volto, ad invocarlo e ad attenderlo a breve.

"Non c'è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su questo", ha dichiarato Conte. Il consiglio della Federcalcio (in conference call) convocato domani per decidere sullo stop al campionato, chiesto prima da Damiano Tommasi e poi anche dal ministro dello sport, diventa quindi superfluo. Il messaggio forte del Coni era arrivato all'indomani della domenica piu' difficile del calcio e di tanti altri sport di squadra, come il basket.

L'ultimo decreto 'blindava' come zona rossa Lombardia e altre province ma con deroga allo sport. Inevitabile il corto circuito: per dire l'ultima, due giocatori del Cosenza si sono rifiutati di salire sull'aereo per la trasferta in casa Chievo (volo su Bergamo, trasferimento a Verona in bus, ripartenza da Treviso) per timori del coronavirus. Così Malagò aveva convocato una riunione urgente al Coni, e insieme con i presidenti federali ("all'unanimità") ha "sospeso tutte le attività sportive a ogni livello"; ha però ribadito che ogni decisione presa finora dallo sport è stata corretta e in linea con le disposizioni di legge nell'emergenza e ha così chiesto "al Governo di emanare un apposito dpcm che possa superare quello attuale in corso di validità".

Malagò è stato poi delegato a informare Conte e Spadafora su quanto emerso nell'incontro. L'orientamento della Federcalcio, di fronte a una situazione sempre piu' fuori controllo, si era delineato verso un inevitabile stop alla serie A. La serie D aveva già annunciato lo stop fino al 3 aprile; la Pro Vercelli, in serie C, aveva fatto sapere di non essere più disposta a giocare "fino al termine dell'emergenza Coronavirus". Con un post su facebook e poi con un videomessaggio, il suo presidente, Massimo Secondo, aveva sottolineato che "è da irresponsabili totali continuare in questa maniera". Dalla B, era arrivata la lettera di Maurizio Stirpe, n.1 del Frosinone, al presidente della Lega, Mauro Balata, per fermarsi e far slittare tutto. L'Inter ha rinunciato alla Youth League della sua giovanile, a costo dello 0-3 a tavolino, e la Lega di A ha fermato il campionato Primavera.

In un Consiglio Figc tutto da confermare, oltre alle eventuali rimostranze di alcuni club ("Non sarà facile imbrogliare il presidente Claudio Lotito da parte di ministri demagoghi e dirigenti irresponsabili che non capiscono", ha detto il portavoce Lazio, Diaconale) era in programma una discussione sul danno economico, dal quale il decreto di emergenza auspicato mette al riparo solo per eventuali rivalse. Far saltare il campionato, sottolinea sempre la Lazio, "significherebbe far saltare tutti i diritti tv e condannare al fallimento la gran parte delle societa' calcistiche italiane".

La Figc ha una sola via
, per ora strettissima: chiedere all'Uefa di posticipare l'Europeo. Perché l'ipotesi diventi fattibile, servirebbe lo stop di altri campionati. Per ora la Francia va avanti a porte chiuse, la Premier rinvia la decisione e gioca normalmente. Ma in Svizzera il tribunale federale ha impedito lo svolgimento di Basilea-Eintracht di Europa League. E l'unico messaggio possibile l'ha mostrato alle telecamere l'attaccante del Sassuolo, Francesco Caputo, segnando in quella che per lungo tempo sarà l'ultima di A: "Andrà tutto bene, restate a casa".