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Dopo le polemiche sui social legate al Coronavirus
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"Capisco che alcuni abbiano bisogno di esorcizzare la preoccupazione per il Coronavirus con reazioni un po' sopra le righe, ma non sono tollerabili la discriminazione e il dileggio verso i turisti di altre regioni che ho visto in questi giorni sui social", così commenta l'assessore al turismo Gianni Berrino i toni di alcuni post di pagine o utenti che su Facebook hanno "invitato" lombardi e piemontesi a non scendere in Liguria per il weekend o per trascorrere qualche settimana nelle proprie seconde case.

"Faccio mie le parole di condanna già espresse dai sindaci di Riva Ligure e San Lorenzo al Mare, che hanno visto associati i nomi dei loro splendidi paesi, che vivono di turismo, a stupide provocazioni che non hanno nulla a che vedere con la nostra cultura dell'accoglienza. Piemontesi e lombardi sono i benvenuti in Liguria, come sempre", prosegue la nota. E oltre ad essere i benvenuti, possono circolare liberamente proprio come i liguri a meno che non provengano dalle zone "rosse" di focolaio che sono limitate a Vo' Euganeo dove vivono circa 3.500 abitanti e a dieci comuni del Lodigiano che contano 47 mila residenti.

La polemica si è accentuata anche dopo il caso della signora di Piacenza che, con un caso conclamato in famiglia, è scesa a Rapallo assieme alla madre di 89 anni ed è stata trovata positiva al Covid-19. Sul fatto che le due donne potessero muoversi liberamente e non essere in isolamento preventivo stanno indagando le autorità. Ma non bisogna farsi contagiare dalla paura nei confronti del prossimo anche perché così facendo si rischia di ledere all’immagine della Liguria.

"Bisogna pensare al danno che si può causare alla nostra regione, ai molti operatori turistici che stanno passando un momento di difficoltà e per i quali abbiamo chiesto misure straordinarie al Governo: dovremmo essere tutti solidali con loro, fin nei comportamenti personali, perché dal loro lavoro dipende molto della nostra economia", ha proseguito Berrino. "Le autorità sanitarie hanno il compito di definire le restrizioni alla mobilità individuale, che riguardano solo i residenti in zone circoscritte e non in regioni intere. Abbiamo il dovere civico di favorire la buona informazione e di non alimentare la diffidenza che nasce da generalizzazioni senza fondamento".