
"Puntare il dito contro un'azienda di oltre 1.500 persone che ogni giorno lavorano per il bene comune, generalizzando un'accusa ancora da verificare, è un atto inaccettabile, lesivo dell'immagine e della reputazione di Amiu, delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori" scrive l'azienda. Sorrentino si è scusata in un nuovo post spiegando che non era sua intenzione "accusare l'azienda, ma i due uomini" e ha annunciato l'eliminazione dell'hashtag.
"Io speravo e spero ancora di trovare nell'azienda un alleato per scoprire l'identità dei due uomini, quindi se volessero contattarmi per aiutarli continuo ad essere disponibile", ha replicato però. "Se è stata interpretata come un'accusa generalizzata all'azienda, confermo che non era ovviamente quello lo scopo! In quanto all'accaduto invece non posso ritrarre nulla perché quello che mi è successo non può essere cancellato e non mi si può trasformare in colpevole per aver raccontato quanto accaduto!", ha concluso la donna.
IL COMMENTO
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