Ufficialmente producevano cannabis light, ma ne trattavano la gran parte per poi spacciarla. E' successo ad Alassio, dove - con l'operazione 'green country' - i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile, hanno passato al setaccio, tra novembre 2019 e lo scorso gennaio, le aziende del territorio che operano nel settore della floricoltura e, più specificatamente, nella coltivazione e produzione della cannabis light.
Ad attirare l'attenzione dei militari l'attività di un'azienda dell'entroterra, tra i comuni di Villanova d'Albenga e Cisano sul Neva che, di fatto, trattava la cannabis con 'principio attivo' superiore a quello stabilito dalle normative vigenti, per spacciarla. Le attivita' investigative nell'area di coltivazione e produzione dell'azienda, e gli accertamenti catastali, hanno dimostrato che l'azienda, rispetto all'anno precedente, aveva implementato il ciclo produttivo della cannabis, aumentando le estensioni adibite alla coltivazione.
Dalle successive perquisizioni e sequestro conservativo a scopo di "campionamento", è emerso che ben 34 kg di cannabis (di diverse qualita' soprattutto marijuana) aveva un valore doppio (e in molti casi del triplo) del "principio attivo" consentito, ossia oltre i parametri delle norme vigenti. Da questo quantitativo di cannabis, l'azienda avrebbe prodotto 11.000 dosi per un valore, al dettaglio, pari 150mila euro. I gestori dell'azienda sono stati denunciati a piede libero per produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti
cronaca
Alassio, azienda produceva cannabis light ma poi gran parte veniva spacciata
Rra i comuni di Villanova d'Albenga e Cisano sul Neva
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