cronaca

Registrate nell'Imperiese nella primavera del 1995
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Eccole, le bobine con le trascrizioni delle intercettazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino, registrate nella primavera del 1995 quando l'ex 'picciotto' della Guadagna di Palermo era a San Bartolomeo al Mare, in provincia di Imperia, con la sua famiglia. I documenti, dvd e trascrizioni, sono stati depositati nei giorni scorsi dalla Procura di Caltanissetta al processo sul depistaggio sulla strage di via D'Amelio che vede alla sbarra tre poliziotti: Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, accusati di calunnia in concorso aggravata dall'avere favorito Cosa nostra.

Per la prima volta si conosce integralmente il contenuto delle trascrizioni. Frasi finora inedite del falso pentito Vincenzo Scarantino, che con le due dichiarazioni ha fatto condannare degli imputati innocenti per la strage di Via D'Amelio. Dialoghi telefonici con il pm Annamaria Palma, ad esempio, e il pm Carmelo Petralia, entrambi indagati dalla Procura di Messina, sempre per calunnia. Oppure con Mario Bo, uno dei funzionari di Polizia sotto processo. E tante telefonate con i suoi familiari. Lamentele sulla gestione del collaboratore, si autodefinisce, ad esempio "uno spione di questura" e "non un collaboratore".

In una telefonata, Scarantino dice alla pm Palma che ha "paura di andare a Genova" per un interrogatorio. Ma "la sua interlocutrice lo rassicura in merito alla sicurezza dei trasferimenti che dovrà effettuare ma Scarantino le spiega che ci sono delle persone che dovrà incontrare che a lui non piacciono, specificando, a domanda, che non si tratta della dottoressa (Sabatino ndr) bensì di individui che sono in quell'ufficio", scrivono i poliziotti nella trascrizione. "A questo punto Scarantino ribadisce che deve parlare con la sua interlocutrice", si legge nel brogliaccio.

In un'altra conversazione
, Scarantino parla con Carmelo Petralia. Il pm gli dice: "Si tenga molto forte perché siamo alla vigilia della deposizione" aggiungendo che saranno presenti anche l'allora Procuratore Giovanni Tinebra e "molto probabilmente anche Arnaldo La Barbera", del gruppo investigativo 'Falcone e Borsellino', "quindi tutto lo staff delle persone che lei conosce. I fascicoli con le trascrizioni sbobinate di recente a Roma dai carabinieri del Racis per conto della Procura di Messina, sono state trasmesse alla Procura di Caltanissetta che li ha depositati al processo sul depistaggio, come annunciato nella scorsa udienza.

Le 19 bobine sono state trascritte e inviate dalla Procura di Messina a Caltanissetta. Si tratta di materiale audio-video che, in originale, la Procura di Messina nei mesi scorsi aveva recuperato negli archivi del Tribunale di Caltanissetta. Materiale che non era mai emerso prima e che non era mai stato depositato in nessuno degli innumerevoli processi sulla strage Borsellino del 19 luglio 1992. La procedura di trascrizione era cominciata il 19 giugno al Racis di Roma, un lavoro molto complicato. Il procuratore di Messina Maurizio de Lucia aveva disposto il riversamento di 19 supporti magnetici contenenti registrazioni prodotte con strumentazioni dalla Radio Trevisan.

Nel giugno scorso la Procura di Messina aveva notificato due avvisi di garanzia, per eseguite gli accertamenti tecnici non ripetibili, cioè le trascrizioni effettuate a Roma, all'attuale procuratore aggiunto di Catania Carmelo Petralia e ad Annamaria Palma, oggi avvocato generale della Corte d'appello di Palermo. Entrambi fecero parte del pool che a Caltanissetta indagò sull'attentato del 19 luglio 1992. Con l'accusa di calunnia in concorso con il falso pentito Scarantino, aggravata dall'avere favorito Cosa nostra. Sono decine le volte in cui Vincenzo Scarantino, come emerge dalle intercettazioni, chiama al telefono, in questura, Mario Bo, uno dei tre imputati, ma il funzionario non gli risponde quasi mai.

"Il dottore è fuori", gli rispondono dalla sua segreteria. "Scarantino chiede se c'è il dottore Boa (fonetico) - si legge nella trascrizione -à Scarantino chiede a che ora lo potrà trovare e il suo interlocutore gli dice che oggi è fuori e precisa che ha capito con chi stava parlando domandando se deve riferire qualcosa". E queste telefonate si ripeteranno per numerose volte. Tutte a vuoto., o quasi. In una telefonata tra i due, che verrà registrata, Bo chiede a Scarantino, che è agitato, cosa sia accaduto. "Vincenzo afferma che vuole tornare in carcere perché non se la sente più. Il dottor Bo gli chiede testualmente 'Siamo sempre ai soliti, no?' e gli domanda se ha parlato con l'avvocato . Scarantino conferma di avere parlato con il legale al quale ha chiesto di riferire la sua scelta ai magistrati così come sta chiedendo al dottor Bo di comunicarla al dottor La Barbera. Il dottor Bo gli chiede se è per i soliti motivi che gli ha detto o se c'è altro ma Scarantino non specifica. Bo afferma che ne parlerà con La Barbera".

"Le intercettazioni depositate dalla Procura di Caltanissetta alla scorsa udienza del 28 novembre, attività proveniente dalla Procura di Messina che indaga sui Magistrati, a un primo esame, sono prive di qualunque valenza accusatoria, essendo pressoché irrilevanti", dice l'avvocato Giuseppe Seminara che difende due dei tre poliziotti sotto processo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei. "Questo processo mediatico si fonda su elementi suggestivi che, stante il lunghissimo tempo trascorso, sono difficili da confutare. Le acquisite intercettazioni, come altri elementi sopravvenuti, sono state, grazie all'attività della Procura di Messina dipanante, a nostro avviso favorevoli rispetto alla posizione degli imputati", conclude il legale.