Dopo 77 giorni dall’incidente avvenuto nel Bacino 1 delle riparazioni navali genovesi, mentre stava per sottoporsi a operazioni di refitting da parte della ditta Amico & Co., (LEGGI QUI) lo Yacht Nero è ancora li: immobile, accasciato sulla fiancata sinistra. Da quel pomeriggio, era il 10 settembre, questa regina del mare non ha percorso un millimetro creando una serie infinita di problemi, molti dei quali rischiano di ricadere sulle spalle di tutti noi.
Il danno procurato all’armatore della nave, infatti, è enorme: in undici settimane, tanto è passato, il Nero avrebbe fatturato quasi cinque milioni di Euro (durante l’inverno è noleggiato a 490mila Dollari la settimana, più le spese); ci sono poi i danni materiali all’imbarcazione, con stime multimilionarie; c’è, infine, il danno alla reputazione di questo maxi yacht che, visti i prezzi, è preso in considerazione da una clientela piuttosto esigente.
Alla vicenda, di per sé preoccupante, va aggiunto un ulteriore tassello: il 18 settembre scorso il bacino in cui giace il Nero doveva essere libero e consegnato alla ditta Cimolai, un colosso delle costruzioni, per iniziare i lavori della sua copertura (LEGGI QUI): lavori già a lungo rimandati e oggetto di un intricato contenzioso, al quale si aggiungono adesso le penali a cui Cimolai ha diritto per l’avvio ritardato del cantiere. Il conto complessivo si aggira sui 5 milioni, chi paga?
In prima battuta, con ogni probabilità, tutti noi: Ente Bacini è infatti una società a partecipazione pubblica, controllata (con l’89% del capitale sociale) dall’Autorità di Sistema del Mar Ligure Occidentale. Ogni contenzioso che la veda soccombere, quindi, mette a repentaglio il denaro dei contribuenti: poi, ma questo rischia di avvenire solo in un secondo tempo e con risultati incerti, Palazzo San Giorgio cercherà di rivalersi sui veri responsabili.
Ecco perché Primocanale ha chiesto fin dall’inizio di questa brutta storia un’operazione trasparenza che nessuno ha mai voluto attivare: non l’Ente Bacini, il cui Amministratore Unico è Gian Luigi Miazza, ex presidente dell’Autorità Portuale di Savona e neppure la ditta Amico & Co., a cui abbiamo inviato una serie di legittime domande che non hanno mai avuto risposta.
Volevamo solo chiedere come fossero andate veramente le cose, la dinamica dell’incidente, i tempi e le tecniche di rimozione. Domande legittime alle quali non rispondere è una chiara fuga dalle proprie responsabilità, poiché il Bacino 1 è uno spazio pubblico affittato a privati. Se dopo il nostro tour estivo avessimo lasciato il truck di Primocanale in piazza De Ferrari, non sarebbe stato nostro dovere giustificarci (oltre che rimuovere il mezzo in tutta fretta)? Regole che sembrano non valere in questa assurda vicenda.
Adesso l’Autorità di Sistema ha provato un ultimo affondo, una lettera in cui si intima la ditta Amico & Co e l’armatore dello yacht all’immediata rimozione della barca. Anche su questo punto sarebbe stata necessaria maggiore trasparenza: il Nero è infatti ancora li, pare, non perché sia particolarmente difficile rimuoverlo ma per una questione assicurativa, il proprietario non vuole infatti che nessuno tocchi il suo gioiello prima che la conta dei danni sia stata completata. Richiesta forse anche ragionevole ma non è ovviamente la collettività a dover sostenere i costi di questa bega, quindi è bene che si intervenga in tempi strettissimi, se necessario con un’ordinanza.
Poi comincerà la battaglia legale per definire chi dovrà pagare, magari "Pantalone" come al solito: noi abbiamo già pronta la lista delle domande anche su questo argomento, la sfida sarà trovare qualcuno che abbia la gentilezza di rispondere.
porti e logistica
Ente Bacini, Amico & Co.: il Nero è ancora li, chi paga?
Nel Bacino 1 c'è un superyacht da 77 giorni: sullo sfondo un conto milionario per le casse pubbliche
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