cronaca

Dopo l'arresto non si era mai pentito
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La Corte di assise d'appello di Genova ha confermato la condanna a 5 anni e 10 mesi, con rito abbreviato, per Nabil Benamir, l'uomo arrestato a dicembre 2017 con l'accusa di terrorismo. Benamir, avevano scoperto gli investigatori della Digos coordinati dal sostituto procuratore Federico Manotti, era pronto a immolarsi per l'Isis. L'uomo era stato segnalato come nome di spicco tra i combattenti e anche come reclutatore e addestratore. Nel suo cellulare erano state trovate le istruzioni su come costruire bombe con vecchi telefonini e come pianificare attacchi con tir.

Nel corso delle intercettazioni era stato sentito dire che aveva ricevuto la chiamata del Chiamante, che per gli inquirenti è il segnale che un combattente è pronto a immolarsi facendo stragi. Dopo l'arresto non si era pentito, e in cella era stato registrato mentre diceva che avrebbe ucciso gli italiani perché "cani" da sgozzare. Benamir era stato arrestato dopo avere picchiato la convivente. La donna aveva confermato agli che si stava radicalizzando sempre di più.

LA PRIMA FOREIGN FIGHTER -
E' definitiva invece la condanna a 9 anni per terrorismo a Maria Giulia 'Fatima' Sergio, la giovane considerata la prima foreign fighter italiana, partita per unirsi al Califfato nel 2014, senza farvi ritorno. Lo ha stabilito la Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato per conto suo e di altri quattro imputati: tra i quali il marito, l'albanese Aldo Kobuzi (condannato a 10 anni), e la 'maestra indottrinatrice', Haik Bushra (condannata a 9 anni), cittadina canadese. Secondo l'accusa, Fatima ha incitato i suoi familiari, la madre e il padre, entrambi morti, e la sorella Marianna (condannata con rito abbreviato) a partire per la Siria, come "reclutatrice" che ha aderito al programma criminale dello Stato Islamico. Fatima e Kobuzi erano partiti per andare a combattere con le milizie dell'Isis nell'autunno del 2014 e di loro si sono perse le tracce: non si sa se siano vivi o meno.