cronaca

I lavoratori pronti alla piazza contro il Governo ma si prende tempo
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 Due ore intense di discussione tra rabbia e tensione per quello che sta accadendo. I lavoratori si preparano alla mobilitazione. Si è svolta all'interno dello stabilimento ArcelorMittal di Genova Cornigliano l'assemblea dei lavoratori ex Ilva. Tutti pronti a scendere in piazza per manifestare a gran voce contro il Governo Pd-M5s ma anche contro ArcelorMittal accusata di aver preso al balzo l'occasione per titarsi indietro.Istituzioni locali, sindacati lavoratori e mondo economico ligure sono compatti.

Ancora non c'è una data e una modalità ma quel che sembra certo è che i lavoratori dell'ex Ilva di Cornigliano preparano la 'lotta' per le vie della città. Si aspetta solo di capire le prossime tappe della querelle che viaggia lungo l'asse Roma-Taranto con esecutivo e gruppo franco-indiano che discutono a nervi tesi per trovare una sioluzione che al momento non sembra farsi largo all'orizzonte.  


I SINDACATI - "Ieri sera il Governo ha detto ha saputo dire solo 'teniamoci uniti', ma non ha nessuna soluzione per risolvere la questione, il Governo è in stato confusionale, è un Governo pasticcione e Arcelor ha preso palla al balzo. Noi siamo qui per discutere, parlare e prendere le decisioni. Siamo pronti a entrare in lotta e scioperare" spiega Bruno Manganaro segretario della Fiom Cgil Genova che aggiunge: "nessuno dei lavoratori verrà lasciato indietro".

Viaggia sulla stessa linea anche Armando Palombo cordinatore dell'rsu: "Abbiamo radunato i lavoratori, tutti, come ha ricordato Toti pochi giorni fa su queste aree esiste un accordo di programma che lega i lavoratori a queste aree. L'accordo di programma qui vale e faremo valere le nostre ragioni".

Anche Alessandro Vella, segretario generale Fim Cisl Liguria, punta il dito sul Governo: "Ha fatto un pasticcio, la prima cosa che chiediamo è che venga ripristinato lo scudo penale per le questioni ambientali. Il clima all'interno dello stabilimento è drammatico, c'è molta preoccupazione. Presto faremo la mobilitazione. E' una battaglia dei lavoratori dell'ex Ilva ma anche di tutta la città".

"La situazione deve chiarirsi. Noi siamo preoccupati, Genova ha già pagato per quanto riguarda l'occupazione. Quindici anni di incertezze creano tensione, non bisogna scaricarla nei confronti della cittadinanza che sappiamo essere al nostro fianco ma dobbiamo anche dimostrare che non vogliamo che questa incertezza resti" spiega Fabio Ceraudo della Uilm.

NAZIONALIZZAZIONE - "Sono molto preoccupato per le sorti dell’ex Ilva" il Presiente della Repubblica Sergio Mattarella non nasconde che la 'bomba' sociale che si è riversata sull'ex Ilva ha una difficile soluzione. Il capo dello Stato ha incontrato il premier Conte. Un lungo colloquio al Quirinale in cui Mattarella e Conte hanno cercato di tirare le fila della questione. Si cerca una soluzione B dopo la decisione dell'addio di Arcelor Mittal, tra queste si fa largo l'idea di una nazionalizzazione. Ma di certo la questione ha scombussolato i piani del Governo con M5s e Pd in rotta su come gestire la questione. Nello stabilimento di Cornigliano, 1.016 dipendenti più 280 in cassa integrazione, c'è rabbia per l'incertezza in cui i lavoratori sono ripiombati dopo anni di lotta.

IL GOVERNATORE TOTI - "Il Governo tira fuori alcune soluzioni che sono peggio del danno provocato, la nazionalizzazione di Ilva alle spese del contribuente l'abbiamo già vissuta con Alitalia, significa scaricare su tutti noi i guai che il Governo non ha saputo risolvere". Lo afferma il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti a Genova a margine di un evento pubblico.

IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI MAIO - "Stiamo riparlando di Ilva perchè Arcelor Mittal si sta rimangiando l'accordo - attacca il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che poi aggiunge -. La vecchia cordata non esiste più dobbiamo obbligare Arcelor Mittal a restare a Taranto. Va bene il dialogo ma senza minacce: Arcelor Mittal sapeva che avrebbe trovato un governo che pretende siano rispettati i patti. Chiedere di andare via da Taranto è un'azione inaccettabile che non è presupposto per il dialogo. Mettere sulla strada 5.000 persone mi sembra assurdo".