Una condanna a otto anni e quattro mesi di carcere quella chiesta dal pm Daniela Pischetola per Osas Okundaye, il nigeriano accusato di aver circonciso un neonato causandone la morte lo scorso 2 aprile a Genova. Per la madre e la nonna del bimbo, invece, il pm ha chiesto la condanna a sei anni ciascuna. La sentenza, con rito abbreviato davanti al giudice per l'udienza preliminare Silvia Carpanini, è prevista per giovedì. Okundaye, secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile genovese, era stato chiamato dalla mamma e dalla nonna del bimbo più volte nel corso della giornata ed era stato informato delle condizioni del piccolo. Nonostante ciò aveva detto alle donne di non chiamare l'ambulanza "perché avrebbero avuto problemi tutti e tre con la giustizia". L'uomo, dopo essere stato contattato su Facebook, era stato pagato 50 euro, oltre a generi alimentari (olio, patate, birra e whisky). Aveva praticato la circoncisione con una lametta da barba ed era andato via.
Dall'esame autoptico era emerso che l'intervento era stato fatto in modo grossolano, togliendo troppa pelle con recisione dell'arteria frenulare. Quando, in piena notte, era stato chiamato dalla nonna per essere informato della morte del piccolo, aveva abbandonato la sua casa in fretta e furia e con la moglie e i figli stava per raggiungere la Francia. Gli agenti della squadra mobile lo avevano arrestato a Ventimiglia. Dalle indagini è emerso che il 'santone' era noto nella comunità nigeriana e che aveva praticato altre circoncisioni clandestine a altri bambini compreso suo figlio.
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